L’uomo, cardiopatico, era stato dimesso dal Santa Rosa di Viterbo, i medici avrebbero scambiato il malore per artrosi
Un uomo di 72 anni di Tarquinia, cardiopatico, è deceduto a casa propria subito dopo essere stato dimesso dall’ospedale, vittima di un infarto. Secondo l’accusa, i medici avrebbero interpretato erroneamente i primi segnali del malore come sintomi di artrosi.
L’episodio risale al 3 febbraio 2021. Ora due cardiologi dell’ospedale Santa Rosa di Viterbo, un uomo di 62 anni e una donna di 49, sono a processo per omicidio colposo. Gli imputati erano in servizio durante il ricovero e le dimissioni del paziente. La parte civile è rappresentata da un familiare della vittima.
Il pubblico ministero Flavio Serracchiani ha sostenuto che una valutazione più accurata avrebbe potuto portare a riconoscere tempestivamente l’infarto, eventualmente tramite esami più approfonditi come la coronarografia. Durante l’ultima udienza, i consulenti della Procura hanno confermato la gravità della situazione: il professor Massimo Delfino, medico internista autore dell’autopsia, e la medico legale Benedetta Baldari hanno evidenziato come la diagnosi iniziale fosse stata sottovalutata.
Il paziente era già cardiopatico, con uno stent impiantato, ed era affetto da obesità e diabete, fattori che possono ridurre la percezione del dolore toracico. “Forse non sarebbe sopravvissuto comunque alla coronarografia, ma almeno i sintomi sarebbero stati correttamente attribuiti a un infarto e non all’artrosi”, ha dichiarato il professor Delfino.
Gli esami precedenti avevano mostrato segni preoccupanti: l’ecocardiogramma del 27 gennaio evidenziava un peggioramento della funzione ventricolare e ipocinesia del ventricolo sinistro, mentre l’elettrocardiogramma del giorno prima della morte non permetteva di escludere un infarto anteriore. L’uomo è morto il 2 febbraio 2021, subito dopo essere rientrato a casa.

