Il PD locale si spacca: da un lato chi rivendica onestà e memoria politica, dall’altro chi difende la giunta in nome della “normalità amministrativa”
CIVITAVECCHIA – È guerra aperta nel Partito Democratico. Altro che congresso sereno: a Civitavecchia si combatte a colpi di accuse, dossier e vecchie incoerenze.
Il segretario del PD, Enrico Luciani, non ci gira intorno: l’incarico da 150mila euro conferito dal sindaco Marco Piendibene all’architetto Claudio Giustini, guarda caso anche sindaco di un paesino e militante di Fratelli d’Italia, è «una vergogna politica e morale».
Luciani, con l’ironia amara che lo contraddistingue, lo definisce «il camerata Giustini» e sferra un attacco frontale al sindaco e alla sua cerchia:
«Chi oggi difende il fondo immobiliare e il ricorso all’advisor, dieci anni fa gridava allo scandalo, denunciava l’illegittimità, e chiedeva la revoca. Ora, con la stessa cifra – 150mila euro! – tutto va bene? Ma per favore!»
Un affondo che fa tremare le mura del PD locale, già spaccato in due: da una parte Luciani e i “ribelli della coerenza”, dall’altra i fedelissimi del sindaco, pronti a giustificare tutto in nome della stabilità amministrativa.
Ma il segretario non ci sta:
«Non si tratta di polemica sterile, ma di difendere la trasparenza e il rispetto della legge. Questo incarico è un insulto al buon senso e ai cittadini. È un vulnus, una ferita aperta ai principi di buona amministrazione.»
E il colpo finale arriva come una cannonata:
«Dopo aver criticato per anni il sistema degli incarichi opachi, ora si fa peggio – e con i soldi pubblici. Si è passati dalla denuncia all’abbraccio. Complimenti: coerenza zero, potere cento.»
Nel frattempo, i corridoi del PD civitavecchiese ribollono. Tra chi parla di “resa dei conti” e chi sussurra di “vendetta politica”, l’immagine del partito è a pezzi.
Un congresso alle porte e un segretario sul piede di guerra: la tempesta perfetta è iniziata.

