Oggi la presentazione del ricco programma che fa tornare la Città dei papi al centro del mondo culturale
VITERBO – Dal 21 al 23 novembre 2025 Viterbo tornerà a essere capitale del dialogo tra cultura ed economia. Questa mattina, nello Spazio Attivo Lazio Innova, la Regione Lazio ha presentato la seconda edizione del “Festival dell’Economia e della Cultura”, appuntamento che punta a valorizzare la produzione culturale come leva di crescita sociale ed economica.
Alla conferenza hanno preso parte numerose autorità istituzionali e del mondo culturale, tra cui la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna, la vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli, il presidente della Commissione Ambiente della Camera Mauro Rotelli, il consigliere regionale Daniele Sabatini, la sindaca di Viterbo Chiara Frontini, il rappresentante dell’Università della Tuscia Nicola Ferrigni, il direttore artistico di Medioera Massimiliano Capo e il presidente di Lazio Innova Francesco Marcolini.
Il Festival – promosso dalla Regione e organizzato da Lazio Innova in collaborazione con Medioera, con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Viterbo e dell’Università della Tuscia – rientra nel progetto europeo “Potenziamento Rete Spazio Attivo”, finanziato dal PR Lazio FESR 2021/2027. Gli eventi saranno ospitati all’interno del Palazzo dei Priori, con un programma fitto di dibattiti, lectio magistralis, proiezioni e incontri tra amministratori, accademici, imprese culturali e operatori del settore.
Nel corso della presentazione, Antonella Sberna ha sottolineato come la cultura rappresenti «un fattore di crescita economica e coesione sociale», ricordando il ruolo strategico del Lazio nel panorama nazionale e internazionale grazie al suo patrimonio e alla ricchezza dell’ecosistema creativo.
La vicepresidente Roberta Angelilli ha messo in evidenza l’importanza di ospitare l’evento proprio a Viterbo: «Un territorio che unisce storia, università d’eccellenza e un tessuto imprenditoriale innovativo. Investire nella cultura significa investire nel futuro».
Per Mauro Rotelli, il Festival «è un’occasione per accendere i riflettori su Viterbo e rafforzarne il protagonismo nel dibattito culturale nazionale», mentre Daniele Sabatini ha ricordato l’impegno congiunto tra Regione e Governo nel progetto del “Borgo della Cultura”, dedicato al recupero dell’ex Ospedale Grande degli Infermi.
La sindaca Chiara Frontini ha legato il Festival alla candidatura di Viterbo a Capitale Europea della Cultura 2033: «Un percorso che sta diventando patrimonio condiviso e che potrà trarre nuova forza da questa manifestazione».
Da parte dell’Università della Tuscia, la rettrice Tiziana Laureti ha rimarcato come «la cultura sia la struttura portante dello sviluppo», sottolineando il ruolo dell’ateneo nella formazione e nel dialogo con il territorio. Entusiasta anche Massimiliano Capo di Medioera, che ha definito il Festival «una straordinaria occasione di confronto nazionale sui temi cari alla nostra comunità culturale».
La prima giornata sarà dedicata all’economia della cultura, con l’intervento di Mario Vattani su Expo 2025 Osaka, un’analisi del settore affidata al prof. Ruggieri dell’Università della Tuscia e la lectio magistralis della scrittrice Melania Mazzucco. Previsto anche un panel sul mercato editoriale curato dall’Associazione Italiana Editori, oltre alla presentazione dei progetti per “Viterbo 2033” emersi nel Laboratorio di Coprogettazione. La serata si chiuderà con la proiezione del film It’s a Sad and Beautiful World, premiato al MedFilm Festival.
Il secondo giorno sarà dedicato all’industria cinematografica, con la partecipazione dei principali protagonisti del settore, tra cui i vertici di Medusa Film, Cinecittà e ANICA. Spazio poi a un focus europeo su innovazione e cultura, con un’intervista ad Antonella Sberna e al coordinatore del metacluster CR.EU. Seguirà un confronto sugli “spazi della cultura” con il direttore degli Uffizi Simone Verde e un dibattito sul ruolo della Tuscia nello sviluppo culturale regionale. La giornata si concluderà con una lectio del prof. Alessandro Campi e un omaggio a Pasolini con la proiezione de La Ricotta.
L’ultima giornata guarderà al rapporto tra aziende e politiche culturali e si chiuderà con l’intervento del sociologo Derrick de Kerckhove sull’impatto dell’intelligenza artificiale nelle industrie creative.
Durante la presentazione sono stati ricordati anche i dati del rapporto “Io sono Cultura 2024” di Fondazione Symbola. Il Lazio mantiene una posizione di vertice in Italia per valore aggiunto e occupazione nella filiera culturale: oltre 15 miliardi di euro generati, pari al 14,8% del totale nazionale, e circa 205 mila addetti. Un settore in espansione, spinto da digitalizzazione, innovazione museale, pratiche green e welfare culturale.
La seconda edizione del Festival si propone dunque come un laboratorio di idee e strategie per interpretare le trasformazioni in corso e costruire una visione condivisa del futuro culturale della regione. Una vetrina nazionale che, ancora una volta, avrà Viterbo come protagonista.


