Da anni subisce vessazioni e minacce da parte del fratello e del nipote ma, nonostante le tante denunce, nessuno è in grado di offrirgli protezione
ORTE – Aveva finalmente trovato una soluzione per rendere più vivibile la propria quotidianità, realizzando una rampa in cemento per superare le barriere architettoniche che gli impedivano di muoversi autonomamente. Ma poche ore dopo la conclusione dei lavori, quell’intervento si è trasformato – secondo quanto denunciato – in un incubo.
A raccontarlo è Alessandro Paglialunga, residente a Orte Scalo e invalido al 100%, che martedì 18 novembre avrebbe visto andare in frantumi il lavoro appena ultimato. L’uomo riferisce di aver fatto sistemare il piazzale davanti alla propria abitazione in via Reggio Emilia, con l’obiettivo di rendere possibile il passaggio dalla casa all’automobile senza rischi.
Secondo la denuncia presentata ai carabinieri, nel pomeriggio – dopo alcune frasi minacciose rivoltegli in mattinata – quattro persone, tra cui due parenti, sarebbero tornate sul posto armate di martello demolitore, picconi e attrezzi da scasso, demolendo la rampa appena costruita.
“Mi avevano già detto ‘vi distruggiamo tutto’ – si legge nella denuncia – e poche ore dopo hanno mantenuto la promessa. Hanno letteralmente abbattuto la rampa, riducendo tutto a macerie. Adesso non posso più muovermi: non riesco a camminare sul piazzale, né a raggiungere l’auto. È come se fossi sequestrato in casa”.
Le immagini e i video girati dall’uomo – consegnati alle autorità – mostrerebbero il piazzale ridotto a un cumulo di detriti. Detriti che, sottolinea, sono classificabili come rifiuti speciali e quindi da smaltire a costi elevati.
Paglialunga riferisce inoltre che sul posto, dopo la segnalazione, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Orte, che avrebbero identificato quattro soggetti. L’uomo lamenta però che gli attrezzi usati per la demolizione non sarebbero stati sequestrati.
Racconta anche di essersi rivolto alla polizia locale, che però gli avrebbe spiegato che la questione non rientrava tra le loro competenze.
Il giorno successivo, accompagnato dalla moglie, ha presentato formale denuncia-querela chiedendo che la vicenda venga approfondita e che vengano perseguiti i responsabili.
“Chiedo soltanto di poter uscire di casa come tutti – conclude –. Oggi la mia rampa è ridotta a un cumulo di rovine, e io sono prigioniero nella mia stessa abitazione”.
La vicenda è ora al vaglio delle autorità competenti.








