Viterbo – Raccolta differenziata ferma al palo: la città non cresce, ma la provincia resta campione del Lazio

Il nuovo report di Arpa Lazio premia però i comuni di Acquapendente, Blera, Bolsena, Bomarzo, Vitorchiano e Castel Sant’Elia che tengono “a galla” la Tuscia

Viterbo chiude il 2024 senza alcun miglioramento nella raccolta differenziata. Il nuovo report regionale mostra che il capoluogo resta fermo al 54,9%, la stessa identica percentuale registrata l’anno precedente. Un dato stabile, ma che stride con l’andamento del resto del territorio viterbese, capace invece di confermarsi la provincia più virtuosa del Lazio.

Nel panorama dei capoluoghi laziali, Viterbo si piazza al centro della classifica: davanti ci sono Frosinone, che sfiora il 70% ed è l’unico comune a superare con decisione il target normativo, e Rieti, che sale al 55,1%. Dietro restano Latina e, molto distanziata, Roma. Per Viterbo, però, il dato più evidente non è il posizionamento ma l’assenza totale di evoluzione rispetto al 2023, un segnale che richiama la necessità di nuove scelte gestionali e di una maggiore spinta verso sistemi più efficaci.

Complessivamente la città produce oltre 28 mila tonnellate di rifiuti l’anno, con un pro capite che supera i 425 kg. La quantità di differenziata raccolta è pari a 15.511 tonnellate, mentre l’indifferenziato si attesta a 12.743 tonnellate. Un equilibrio che non si sposta da dodici mesi e che lascia Viterbo in una sorta di “zona grigia” tra performance accettabili e potenzialità non sfruttate.

Il quadro cambia drasticamente appena si varcano i confini comunali. La provincia di Viterbo, infatti, continua a correre: nel 2024 raggiunge il 67,3% di raccolta differenziata, con un miglioramento dell’1% rispetto all’anno precedente. È il risultato più alto dell’intero Lazio, ben superiore alla media regionale del 56,2% e a quella della stessa capitale. Il confronto è netto: mentre la città resta ferma, la provincia migliora; mentre Viterbo non guadagna neanche un decimale, il resto del territorio sale di un punto e consolida un modello vincente. È una frattura evidente, non solo numerica, che racconta due velocità differenti nella gestione dei rifiuti.

A trainare la Tuscia sono decine di comuni che superano stabilmente il 70% e in molti casi sfiorano l’80%: Acquapendente, Blera, Bolsena, Bomarzo, Vitorchiano e Castel Sant’Elia sono solo alcuni esempi. Qui le strutture di raccolta risultano più snelle, i servizi più capillari e le abitudini dei cittadini più radicate. La provincia registra inoltre la migliore performance del Lazio nella raccolta della plastica, ulteriore indicatore di un sistema di smaltimento ben organizzato.

Il territorio viterbese ospita anche uno degli impianti di discarica regionali ancora in funzione, dove nel 2024 sono stati prodotti quasi sette milioni di metri cubi di biogas, poi trasformati in energia elettrica. Una presenza ingombrante per l’area, ma anche un tassello importante del quadro regionale.

Il dato più macroscopico del report resta comunque la distanza tra Viterbo e il resto della sua provincia. Mentre i comuni della Tuscia avanzano verso standard europei e migliorano ancora le proprie prestazioni, il capoluogo perde terreno in termini relativi, restando immobile in un contesto che invece evolve. Se Viterbo saprà agganciare il passo dei centri circostanti, l’intero territorio potrà consolidare una leadership regionale ormai evidente. In caso contrario, la forbice rischia di allargarsi ancora, lasciando la città in una posizione sempre più difficile da recuperare.