VITERBO – Non accenna a fermarsi la scia di furti e raggiri che negli ultimi giorni sta prendendo di mira gli anziani della città. A finire nel mirino dei malviventi, sempre più organizzati e sfrontati, sono soprattutto persone sole o particolarmente fragili, ingannate con telefonate costruite ad arte e falsi controlli delle forze dell’ordine.
L’episodio più grave risale a due giorni fa, nel quartiere Cappuccini, nei pressi di via Piave: una donna di novant’anni è stata contattata intorno alle 13 da una finta carabiniera, che l’avrebbe convinta ad aprire la porta con la scusa di verificare alcuni furti avvenuti in zona. Mentre una complice la teneva al telefono, un’altra è riuscita a introdursi nell’appartamento e a farsi consegnare una scatola contenente gioielli e oro di famiglia.
Solo l’arrivo della figlia, dieci minuti dopo, ha interrotto la messinscena. Pochi istanti più tardi, una nuova telefonata: questa volta chiedevano addirittura di recarsi in caserma, probabilmente per lasciare di nuovo la casa libera. La donna ha immediatamente avvertito i carabinieri, ma dei truffatori non c’era già più traccia.
Nella stessa giornata sarebbero stati segnalati altri tentativi nella stessa zona. Oggi il nuovo episodio: “Hanno richiamato. Vogliono continuare la truffa” racconta una residente.
I truffatori avrebbero ricontattato il numero fisso, questa volta un uomo spacciandosi per carabiniere, chiedendo nuovamente di recarsi in caserma. Una richiesta sospetta e identica alla precedente strategia utilizzata per ripulire l’abitazione.
La donna, che ha risposto personalmente alla telefonata, ha immediatamente intuito il raggiro e affrontato l’uomo al telefono, ricevendo persino insulti. “Mi ha detto che sono ignorante e scostumata – racconta -. Fate attenzione: evidentemente vogliono continuare l’opera delle truffe cominciata”.

