LADISPOLI – Blitz interforze nel cuore di Ladispoli, dove un ristorante è stato chiuso a seguito di gravi irregolarità riscontrate sulla tracciabilità del pesce e sul rispetto delle norme igienico-sanitarie.
L’operazione, condotta dalla Capitaneria di porto insieme alla Polizia Locale, alla Guardia di Finanza e ai tecnici dell’Asl Rm4, ha portato al sequestro di 275 chilogrammi di prodotto ittico tra spigole, orate, ombrine, cozze e vongole, parte dei quali conservati in condizioni giudicate non idonee.
Il personale della Capitaneria di porto di Ladispoli-San Nicola, guidato dal comandante Cristian Vitale, ha elevato due sanzioni: una da mille euro per violazioni all’articolo 45 bis del Codice della Navigazione, e una da 2mila euro in materia di Haccp, comminata dal Sian (Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione). Per lo smaltimento del pesce confiscato è stato richiesto l’intervento della ditta Tekneko, incaricata della gestione dei rifiuti urbani.
Durante i controlli è emersa anche la posizione irregolare di un lavapiatti di origine marocchina, privo di documenti e permesso di soggiorno. L’uomo è stato accompagnato dagli agenti al commissariato di via Vilnius e successivamente all’Ufficio Immigrazione della Questura di Roma.
L’attività di ristorazione è stata chiusa fino a nuova disposizione.
Nella stessa giornata, le verifiche della Guardia costiera (affiancata dal personale di Civitavecchia) sono proseguite in due pescherie della città: in una è scattata una sanzione da mille euro e il sequestro di 14 chili di pescato; nell’altra, oltre a una multa analoga per la tracciabilità, è stata contestata un’ulteriore violazione in materia di Haccp. Complessivamente, per i due esercizi, le sanzioni ammontano a 3.500 euro, con 15 chili di pesce destinati alla distruzione.

