Per la terza volta nella sua lunghissima storia politica, il sindaco Pietro Tidei viene sfiduciato anche dai suoi consiglieri di maggioranza
SANTA MARINELLA – La notizia circolava sottovoce da giorni, ma questa mattina è arrivato il colpo di scena: il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, è stato sfiduciato. Secondo quanto trapela, il gruppo compatto delle opposizioni – con l’aggiunta decisiva di Jacopo Iachini, eletto nel Pd, poi passato a Noi Moderati e infine approdato al gruppo misto – si è presentato nello studio del notaio Di Tarsia per autenticare le firme, consegnate subito dopo all’ufficio protocollo del Comune.
Per l’ormai ex primo cittadino si chiude così, ancora una volta, un mandato prima del tempo: nella sua lunga carriera è la terza volta che un consiglio comunale lo manda a casa prima della scadenza naturale, dopo le esperienze a Civitavecchia e una precedente volta proprio a Santa Marinella.
Ora si attende la nomina di un commissario da parte del prefetto di Roma e, salvo colpi di scena, nuove elezioni in primavera. Nel frattempo, Tidei non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali: inutili, per ora, i tentativi di contattarlo telefonicamente.

Un anno di veleni: dalla mozione di sfiducia al logoramento definitivo
La sfiducia di oggi non nasce dal nulla. È l’epilogo di oltre un anno di tensioni politiche, scivoloni istituzionali e un rapporto tra sindaco e città progressivamente usurato.
Già a inizio 2024 una prima mozione di sfiducia, presentata dall’opposizione, metteva nero su bianco un elenco di interrogazioni rimaste senza risposta su temi sensibili: dalla rampa di via Giuliani al destino del Monumento Naturale di Pyrgi, dagli affidamenti relativi alla “Perla del Tirreno” fino alla piscina comunale, al progetto del Museo Marconiano e a vari affidamenti a professionisti vicini all’amministrazione.
Le consigliere Alina Baciu e Ilaria Fantozzi (centrodestra) avevano definito quella mozione “un atto dovuto”, denunciando una maggioranza “in affanno e costantemente alla ricerca del numero legale” e invitando il sindaco e la sua “risicata maggioranza” alle dimissioni.
Sulla stessa linea il capogruppo di opposizione Domenico Fiorelli, che ricordava come la maggioranza di Tidei fosse ormai ridotta a 8 consiglieri contro 8 di opposizione, dopo la fuoriuscita della lista Noi Moderati, e come la vittoria del sindaco nel 2023 fosse stata di appena 81 voti sull’intero fronte avversario.

La maggioranza appesa a un filo e il ruolo chiave di Iachini
Col passare dei mesi la crisi politica si è trasformata in una lenta emorragia. Alcuni consiglieri eletti con Tidei hanno progressivamente preso le distanze, transitando in altre formazioni o nel gruppo misto. Fra questi proprio Jacopo Iachini, il cui percorso – dal Pd a Noi Moderati fino al gruppo misto – racconta bene il travaglio interno al fronte di governo.
A giugno 2025 un consiglio comunale sugli equilibri di bilancio ha certificato la fragilità estrema della maggioranza: l’assenza di Iachini ha fatto venir meno i numeri necessari, costringendo a sospendere la seduta e a riconvocarla d’urgenza il giorno successivo.
Quell’episodio ha rappresentato un campanello d’allarme chiarissimo: senza il sostegno – o almeno la neutralità – di chi era passato al gruppo misto, l’esperienza amministrativa di Tidei era diventata un azzardo quotidiano. Oggi, con la firma di Iachini sulla sfiducia, quel filo si è definitivamente spezzato.
I fronti caldi: Mencarelli, il prefetto e il caso Multiservizi
A logorare il rapporto fra il sindaco e una parte crescente della città non sono stati solo i numeri in consiglio, ma anche una serie di dossier esplosivi.
Lo scontro con il prefetto sul caso Mencarelli
Nel 2024 la vicenda dell’architetto Ermanno Mencarelli, responsabile del Settore V, ha aperto uno scontro istituzionale senza precedenti tra Tidei e il prefetto di Roma, Lamberto Giannini.
Nonostante le indicazioni del prefetto – che aveva definito “non in linea con la normativa” la posizione di Mencarelli – il sindaco ha difeso a oltranza la sua scelta, arrivando di fatto a “sconfessare” il segretario comunale Schirmenti e ventilando l’idea di spiegare lui stesso il quadro giuridico al rappresentante del governo sul territorio.
L’opposizione ha parlato di “uomo solo al comando” e di macchina amministrativa paralizzata, ricordando che sul tavolo c’erano oltre 22 milioni di euro di fondi PNRR gestiti da un funzionario in quiescenza e accusato di negare l’accesso agli atti.
La nomina contestata di Bruno Ricci
Nel marzo 2025 nuove polemiche hanno investito il Comune con la “nomina” di Bruno Ricci alla direzione della società partecipata Multiservizi Srl, figura ritenuta ancora incompatibile fino a giugno 2025. Le opposizioni hanno denunciato il ricorso a decreti e nomine in contrasto con pareri della Funzione Pubblica, dell’ANAC e dello stesso prefetto Giannini, parlando di una città trascinata “nel ridicolo”.
Turismo, Isola del Pescatore e città divisa
Il 2025 è stato segnato anche da un braccio di ferro sulla narrazione stessa della città.
Sul fronte turistico, mentre Tidei parlava di un “boom di presenze” e descriveva Santa Marinella come una località piena di visitatori, esponenti dell’opposizione – in particolare Stefano Marino, movimento “IoAmo Santa Marinella” – contestavano duramente quei numeri, richiamando i dati nazionali che segnalavano una flessione fino al 20% delle presenze balneari nell’estate 2025.
A luglio, poi, è esploso il caso dell’“Isola del Pescatore”, con la sentenza del Consiglio di Stato che impone l’abbattimento di una parte dello storico ristorante sul mare. Le parole di Tidei – che si era detto pronto a rendere immediatamente esecuta la decisione – hanno provocato la dura reazione della consigliera di maggioranza Maura Chegia, preoccupata per il destino dei lavoratori, e l’immediato corteggiamento delle opposizioni, che le chiedevano di mettere in minoranza il sindaco. La vicenda ha mostrato plasticamente quanto la maggioranza fosse ormai spaccata anche sul piano politico e umano.
Il capitolo giudiziario: l’auto di servizio e il proscioglimento
Al quadro già complicato si è sommata la vicenda giudiziaria sull’uso dell’auto di servizio del Comune.
Una lettera anonima aveva segnalato foto della vettura all’interno dell’aeroporto di Ciampino, portando alcuni consiglieri di opposizione a presentare denuncia e la Procura di Civitavecchia a contestare al sindaco due episodi di peculato d’uso.
Dopo mesi di polemiche e un avviso di garanzia, a settembre 2025 il giudice ha però dichiarato il “non luogo a procedere perché il fatto non sussiste”, anche per la modestia del danno, prosciogliendo completamente Tidei.
Il sindaco aveva sempre respinto le accuse, rivendicando di aver fatto risparmiare al Comune decine di migliaia di euro usando spesso la propria auto personale. La chiusura del caso non è però bastata a ricucire lo strappo politico, né a fermare la narrazione di un’amministrazione assediata da scandali e polemiche.
A pesare lo scandalo a luci rosse che travolse il sindaco due anni fa e che in queste ultime settimane ha visto il consigliere Roberto Angeletti pubblicare vide sconcertanti su quella vicenda.
Fine di un ciclo: la terza sfiducia nella carriera di Tidei
La caduta di oggi ha anche un peso simbolico: per la terza volta nella sua lunghissima carriera amministrativa, Pietro Tidei non arriva al termine naturale del mandato per effetto di una sfiducia votata dai suoi stessi consiglieri. A Civitavecchia era già successo nel 2013; un analogo epilogo lo aveva colpito in passato anche a Santa Marinella.
Questa volta, però, la dinamica è ancora più impietosa: non un’ondata avversaria dall’esterno, ma uno stillicidio interno, fatto di consiglieri di maggioranza che si sono progressivamente allontanati fino a ribaltare il tavolo insieme alle opposizioni. Emblematico, in questo senso, il ruolo di Jacopo Iachini, passato in pochi anni da consigliere di punta della maggioranza a firma decisiva sulla sfiducia grazie al lavoro (dietro le quinte, della consigliera ex maggioranza Patrizia Befani).
E adesso?
Con il deposito ufficiale delle firme dal notaio all’ufficio protocollo il consiglio comunale è di fatto sciolto. Il prossimo passo spetta al prefetto di Roma, che dovrà nominare un commissario per traghettare l’ente sino alle elezioni di primavera.
Per la “Perla del Tirreno” si apre una fase di sospensione e di attesa: i dossier caldi – dal PNRR al porto, dal turismo alle grandi partite urbanistiche – passeranno nelle mani di un’amministrazione commissariale.
Resta un interrogativo politico pesante: la fine traumatica del secondo mandato di Pietro Tidei è il tramonto definitivo di un’era o l’ennesimo passaggio di una carriera abituata a cadute e ritorni? La risposta, ancora una volta, sarà nelle urne.

