GROTTE DI CASTRO – Sabato 6 dicembre, alle 18.30 in via Alessandro Giulietti Virgulti, Grotte di Castro inaugura la sua prima postazione di BookCrossing: un punto libero di scambio libri, accessibile a tutti, dove ogni volume può iniziare un nuovo viaggio.
L’iniziativa, dopo il successo ottenuto nei giorni scorsi all’apertura della prima postazione a Capodimonte, nasce all’interno del progetto culturale Mamo Grotte di Castro, ideato e curato da Massimiliano Capo, con l’obiettivo di creare momenti di condivisione e di promozione della lettura come gesto quotidiano e collettivo. Il BookCrossing approda così anche nel borgo alto viterbese con il patrocinio del Comune di Grotte di Castro e in collaborazione con l’associazione culturale La Festa delle Medie.
«Sostenere progetti come questo significa investire nella crescita culturale della nostra comunità – sottolinea il sindaco di Grotte di Castro, Antonio Rizzello –. Una semplice libreria in strada può diventare un luogo di incontro, di dialogo e di scambio tra generazioni diverse. Grotte di Castro ha una forte identità e una grande tradizione di partecipazione: arricchirla con un BookCrossing vuol dire offrire a tutti, soprattutto ai più giovani, un’occasione in più per avvicinarsi ai libri e alla lettura condivisa».
Il meccanismo è semplice: chiunque potrà prendere un libro, leggerlo, restituirlo o sostituirlo con un altro. Nessun obbligo, solo l’invito alla partecipazione e alla cura di uno spazio comunitario dedicato alla cultura.
Durante l’inaugurazione di sabato 6 dicembre sarà possibile scoprire il funzionamento della postazione, partecipare a un momento conviviale e lasciarsi coinvolgere in una conversazione aperta sul valore della lettura condivisa. L’evento è gratuito e aperto a tutti.
Il progetto è realizzato con il sostegno della Libreria Straffi di Viterbo e rientra in una rete interregionale dedicata allo scambio culturale: dopo Capodimonte e Grotte di Castro, il BookCrossing promosso da Mamo sarà attivato anche in Umbria.
«L’idea è semplice ma potente – spiega Massimiliano Capo –. Un libro lasciato su uno scaffale può diventare il seme di una nuova storia per qualcun altro. Vogliamo che questo gesto diventi un’abitudine collettiva, un modo per nutrire la nostra comunità con storie, parole e relazioni».

