VITERBO – Sarà inaugurata mercoledì 3 dicembre presso il Palazzo di Giustizia di Viterbo, dinanzi alle autorità nazionali e locali, l’Aula dedicata alle Audizioni Protette delle persone particolarmente vulnerabili, un ambiente contrassegnato da avanzati standard tecnologici e di accoglienza.
L’iniziativa del tribunale di Viterbo, d’intesa con la Procura della Repubblica, si pone quale evidente modello di buona prassi in quanto, unitamente al prezioso lavoro di riqualificazione degli ambienti curato del Provveditorato alle Opere Pubbliche del Lazio, Abruzzo e Sardegna, è stata accompagnata da un capillare percorso organizzativo, che si è snodato lungo questi ultimi mesi in molteplici direzioni.
L’iter che culminerà nella giornata del 3 dicembre si è infatti articolato in un essenziale quanto significativo ciclo di formazione destinato agli operatori giudiziari, in linea con gli obblighi imposti dalla normativa nazionale e sovranazionale, nel lavoro di predisposizione e stesura di un protocollo per l’accoglienza delle persone particolarmente vulnerabili e nell’implementazione di un applicativo di gestione digitale delle prenotazioni delle aule di ascolto e di udienza.
L’iniziativa degli uffici giudiziari viterbesi risponde all’esigenza di attuare pienamente la normativa a tutela delle vittime di reato, in particolare il D. Lgs. 212/2015 (che ha recepito la Direttiva Europea 2012/29/UE). Questa Direttiva, e il conseguente Decreto, stabiliscono norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime, introducendo il concetto di “vittima particolarmente vulnerabile” – categoria che include, ad esempio, i minori e le donne vittime di violenza.
L’obiettivo dichiarato è definire e perfezionare percorsi di accoglienza che garantiscano il rispetto ed evitino la vittimizzazione secondaria.
L’articolo 29 del D. Lgs. 212/2015, in particolare, sottolinea l’importanza cruciale della formazione specifica per tutti gli operatori del settore giustizia che entrano in contatto con le vittime, che è stata realizzata mediante un corso progettato e portato a termine nel corso dei mesi estivi.
In parallelo alle attività formative e di sensibilizzazione, il Tribunale ha istituito un tavolo tecnico. La ragione ispiratrice dell’istituzione di questo strumento e della parallela metodologia di approccio e lavoro adottata su questo delicatissimo tema è stata quella di predisporre tutte le attività organizzative e di accompagnamento necessarie per l’ottimale funzionamento della nuova struttura.
Un elemento chiave di questo percorso si è tradotto nella stesura di un protocollo per l’accoglienza. L’adozione di protocolli operativi standardizzati risulta infatti fondamentale per assicurare che le procedure giudiziarie, come l’audizione protetta, siano condotte nel modo meno traumatico possibile, fornendo un ambiente sicuro.
Fra le varie attività pensate e curate dal Tavolo si evidenzia la collaborazione instaurata con l’Istituto Francesco Orioli i cui studenti dell’artistico si sono cimentati nella preparazione di bozzetti lavorando alla successiva realizzazione di pannelli destinati ad abbellire i percorsi di accesso unitamente agli ambienti della Sala Audizioni Protette, oltreché con l’Azienda Agraria dell’Università degli studi della Tuscia “Nello Lupori” e con l’Orto Botanico “Angelo Rambelli” dedicatisi alla cura ulteriore di settori del giardino della Solidarietà.
L’inaugurazione di quest’ultima, dunque, non rappresenta solo l’apertura di un nuovo spazio fisico bensì il coronamento di un percorso che vede gli uffici giudiziari viterbesi impegnati a elevare gli standard di giustizia e umanità nell’interazione con le persone offese dal reato e, più in generale, a beneficio delle persone particolarmente vulnerabili.

