CIVITAVECCHIA – Il Consiglio comunale di lunedì pomeriggio è stato interamente dedicato all’esame degli allegati di bilancio che accompagneranno il documento finanziario in aula Pucci il prossimo 29 dicembre, data fissata per l’approvazione definitiva.
All’ordine del giorno una serie di provvedimenti strettamente connessi alla manovra economica: dalla conferma delle aliquote Imu per il 2026 alla ratifica della sesta variazione d’urgenza al bilancio 2025-2027, passando per il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2026-2028, la ricognizione delle partecipazioni societarie e il riconoscimento di un debito fuori bilancio derivante da una sentenza del Tribunale di Roma. A catalizzare il confronto e ad accendere lo scontro politico è stato però il piano delle alienazioni.
L’opposizione, con Fratelli d’Italia in prima linea, ha attaccato duramente l’amministrazione accusandola di voler “svendere” il patrimonio comunale. Nel mirino soprattutto l’allegato D del piano, quello relativo ai beni destinati al conferimento nel Fondo Immobiliare.
«Parliamo di oltre 40 immobili per un valore stimato di circa 26 milioni di euro – ha affermato in aula il capogruppo di FdI Massimiliano Grasso – beni che risultano già di fatto destinati, a seguito di una scelta politica già compiuta». Tra questi figurano anche la Ficoncella e l’area archeologica delle Terme di Traiano, una circostanza che Grasso ha definito «non tollerabile» e che, a suo giudizio, confermerebbe «la volontà dell’amministrazione di dismettere pezzi fondamentali del patrimonio pubblico».
Lo stesso Grasso ha sottolineato come quello di lunedì rappresentasse «l’unica vera occasione di intervento, soprattutto per la maggioranza», ricordando che successivamente sarà la giunta a decidere sugli atti collegati al piano. Da qui la presentazione di tre emendamenti, firmati insieme al consigliere Mirko Mecozzi della Lista Grasso–Polo democratico, tutti respinti dalla maggioranza: il primo mirava a escludere Ficoncella e Terme di Traiano dal conferimento; gli altri due, in subordine, puntavano a garantire il mantenimento del controllo pubblico sui siti, ipotizzando una gestione attraverso la partecipata Csp tramite specifici contratti di servizio.
«Il Fondo immobiliare non è il Comune – ha ribadito il capogruppo di Fratelli d’Italia – ha bisogno di investimenti privati che oggi non si vedono. Il rischio concreto è che diventi il nuovo padrone di Civitavecchia». Nel mirino di Grasso anche alcune forze di maggioranza, come Avs, accusate di sostenere una scelta che, secondo l’opposizione, potrebbe segnare in modo irreversibile il futuro del patrimonio pubblico cittadino.

