Calcio – Camilli dopo il successo sul Civitavecchia: “Mettiamo a posto la Viterbese, con calma e passione”

VITERBO – La Viterbese torna a sorridere e lo fa nel segno della sofferenza e dell’orgoglio. Il successo per 1-0 contro il Civitavecchia vale molto più dei tre punti, soprattutto alla luce del momento delicato vissuto dal club. Al termine della gara a parlare è il patron Piero Camilli, che elogia lo spirito della squadra e guarda già al futuro.

“I ragazzi si sono impegnati al massimo, va dato loro merito – ha dichiarato Camilli – hanno corso tanto, alcuni avevano i crampi, parliamo di tanti ragazzini”. Una prestazione di sacrificio, che ha convinto il numero uno gialloblù e che rappresenta una base importante su cui ripartire.

Il pensiero, però, va anche alla situazione generale del club e alla necessità di intervenire con lucidità: “Ora con calma mettiamo a posto le cose, sia a livello interno, che ancora non ho visto bene, poi serviranno quattro o cinque innesti per fare un buon campionato”. L’obiettivo è chiaro: restituire dignità sportiva a una piazza che non può permettersi certe posizioni di classifica. “Vedere la Viterbese in Eccellenza con il segno dei playout mi faceva stare male”, ammette senza giri di parole.

Camilli respinge l’idea del gesto eroico, ma rivendica il legame profondo con la città: “Atto d’amore? Sono viterbese, ho interessi a Viterbo e non solo. Soffrivo a vedere questa squadra in questa situazione. Mi piace il calcio, voglio bene alla città e ai tifosi: sono stati loro a convincermi più di tutto”. Un messaggio diretto alla tifoseria, con la promessa di impegno e serietà: “Speriamo di fare bene e di non deluderli”.

Sul fronte societario, il passaggio di consegne è ormai imminente: “Sì, domani (oggi, ndr) andiamo dal notaio per il passaggio”, ha confermato il patron, ufficializzando di fatto il nuovo corso.

Infine, uno sguardo realistico al futuro, senza proclami ma con idee chiare: “Quest’anno lavoriamo, poi facciamo bene l’anno prossimo. Poi la C, la D…andiamo avanti con calma, perché nel calcio nessuno ti regala niente”.