Tarquinia – Alchimia tra racconto e gusto: Marco Cannavò e distilleria NUMA riportano in vita il mito dell’Ippocrasso

Dalle tavole del fumetto internazionale ai laboratori d’eccellenza di Tarquinia nasce un progetto che intreccia ricerca storica, narrazione e l’arte della distillazione sartoriale

TARQUINIA – Esistono sapori che il tempo ha relegato nelle pagine della letteratura o nei recessi della storia antica, trasformandoli in miti lontani. Uno di questi è l’Ippocrasso, il vino speziato che per secoli ha rappresentato il punto d’incontro tra medicina, convivialità e alchimia. Oggi, quel mito torna a scorrere nei calici grazie a un incontro fuori dall’ordinario: quello tra la visione creativa di Marco Cannavò, fumettista e sceneggiatore di fama internazionale, e il rigore tecnico della distilleria NUMA, realtà laziale già insignita dei massimi riconoscimenti mondiali nel settore dei distillati.

L’idea non nasce in un ufficio marketing, ma nello studio di un artista. Abituato a costruire mondi attraverso la narrazione scritta e visiva, Marco Cannavò ha sentito l’esigenza di dare una dimensione fisica, olfattiva e gustativa alle atmosfere evocate nelle sue opere. Da qui prende avvio una ricerca storica che lo conduce alle origini dell’Ippocrasso, una ricetta attribuita a Ippocrate e perfezionata nel Medioevo: un vino impreziosito da spezie rare, un tempo considerate più preziose dell’oro.

“L’Ippocrasso, spesso definito ‘Elisir dei Templari, non è soltanto una bevanda: è un dispositivo narrativo – racconta Cannavò -. Volevo che chi legge le mie storie potesse letteralmente assaggiarne le atmosfere. Ma per trasformare una suggestione storica in un prodotto d’eccellenza serviva una competenza tecnica fuori dal comune”.

È qui che entra in scena la distilleria NUMA. Nota nel panorama internazionale per la capacità di realizzare distillati “su misura”, NUMA ha accolto la sfida trattando il vino non come una semplice base, ma come una tela da interpretare.

Il processo produttivo, affrontato per pura passione, ha richiesto mesi di sperimentazione. Estrarre l’essenza di cannella, zenzero, galanga e chiodi di garofano senza sovrastare l’anima del vino ha imposto una precisione quasi chirurgica. Il risultato è un equilibrio raffinato: un sorso capace di evocare immediatamente un banchetto rinascimentale, pur mantenendo una pulizia organolettica e una modernità garantite dalle più avanzate tecnologie di distillazione.

Il progetto ha attirato l’attenzione della stampa non solo per la qualità del prodotto, ma per il suo valore simbolico. Rappresenta infatti il superamento dei confini tra le arti: se il fumetto racconta per immagini, il lavoro in distilleria racconta per aromi.

Questa collaborazione segna un precedente interessante nel panorama del Made in Italy, dimostrando come l’eccellenza artigiana possa diventare il naturale prolungamento della creatività intellettuale. L’Ippocrasso firmato Cannavò e NUMA non è una semplice operazione commerciale, ma un omaggio alla curiosità umana e un invito a riscoprire, con lentezza e consapevolezza, un frammento del nostro passato che credevamo perduto tra le polverose carte d’archivio.