Sposetti si piega al M5S, declassa il porto turistico a porticciolo, distratto e assente vota persino contro se stesso
TARQUINIA – Questa amministrazione comunale ha ormai superato ogni limite, scivolando dal grottesco al ridicolo. Non solo quando agisce dietro le quinte della maggioranza, dove l’improvvisazione regna sovrana, ma soprattutto quando si presenta in pubblica assise, trasformando il Consiglio comunale in un penoso spettacolo di bassa lega.
Il sindaco Francesco Sposetti non ha trovato il tempo – né il coraggio – di chiedere scusa all’opposizione e ai cittadini per aver mentito sui contributi a fondo perduto destinati ai danni dell’alluvione dello scorso febbraio. Risorse perse non per fatalità, ma per imperizia, superficialità e conclamata negligenza amministrativa di chi ha gestito la vicenda.
Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale è andata in scena una tragicommedia degna della peggior commedia all’italiana. Protagonisti involontari: il presidente del Consiglio Alberto Blasi, nei panni del severo capocomico, e il sindaco Francesco Sposetti, ridotto a spalla maldestra, costretto a togliersi persino gli abiti del “saettone” per tentare di tenere il palco.
Blasi tratta il sindaco come uno scolaretto dell’asilo, lo riprende, lo corregge, lo rimprovera… oggi le comiche
Blasi ha ripetutamente richiamato all’ordine un Sposetti visibilmente in difficoltà, trattandolo come uno scolaro indisciplinato davanti a un’aula attonita. Una scena umiliante, amplificata dalla telecamera che ha immortalato esitazioni, smorfie e ciglia svolazzanti del primo cittadino, sotto gli sguardi divertiti della stessa maggioranza.
Il sindaco di Tarquinia, richiamato più volte come un bambino dell’asilo in preda all’irrefrenabile bisogno di parlare, è diventato la fotografia plastica dell’incapacità politica di questa amministrazione.
In quel palazzo ormai può succedere di tutto: si vota contro i propri emendamenti, si abbassa la testa davanti alle pressioni del M5S e si scambia l’istituzione per un palcoscenico da avanspettacolo. Dignità? Nessuna. Responsabilità? Zero.
E mentre Tarquinia affonda, loro ridono. Ridono sempre.

