ROMA – Proprio nelle ore in cui il ricercato Cesare Battisti, poggiava i piedi sul suolo italiano, l’ ex presidente della Commissione d’inchiesta sul sequestro Aldo Moro, ed ex parlamentare Giuseppe Fioroni, scriveva una lettera al Governo dove chiede il rientro in Italia di Alessio Casimirri, componente dell’agguato di via Fani, del 16 marzo 1978, costato la vita alla scorta di Aldo Moro, ed oggi residente in Nicaragua. Casimirri, potè prima godere della protezione nel nostro Paese, grazie ad entrature in Vaticano, ed ora di quelle del governo sandinista.
Fioroni come riportato da diverse testate, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al vicepresidente e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, al vicepresidente Luigi Di Maio, ai ministri degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e della Giustizia Alfonso Bonafede per sollecitare la consegna alla giustizia italiana di Casimirri, l’unico latitante del sequestro Moro che non ha fatto un solo giorno di carcere e che è stato condannato in maniera definitiva a sei ergastoli, anche per altri gravi atti di terrorismo tra cui l’assassinio del giudice Tartaglione.
Responsabile e testimone diretto del delitto delle Brigate Rosse che ha cambiato il corso della storia italiana.
“La questione riveste una straordinaria importanza, non solo per una doverosa esigenza di certezza della pena, ma anche per chiarire gli aspetti ancora oscuri del sequestro Moro e del terrorismo italiano – scrive l’ex parlamentare Pd, Fioroni – alla luce di quanto a suo tempo accertato dalla Commissione, la vicenda della fuga e della latitanza di Casimirri non sembra riconducibile solo alle protezioni che gli sono state accordate dal governo sandinista (nicaraguense, ndr). Si evidenzia infatti la costante e ripetuta protezione nel nostro Paese, di cui Casimirri poté godere in molte fasi della sua vita, con modalità e intensità diverse ed in molteplici ambiti. Protezioni che possono essere fondate su elementi familistici, ma non escludono, alla luce dei comportamenti posti in essere da soggetti diversi, elementi di collaborazione, più o meno ufficiale, con strutture dello Stato. Torno dunque a sollecitare il più grande impegno al fine di sollevare con la massima forza, sia nell’ambito dei rapporti con il Nicaragua sia in ambito multilaterale, la questione della estradizione di Casimirri e al fine di svolgere tutte le attività di polizia eventualmente necessarie ad ottenere la cattura del latitante“.
Virginia Romeo