La consigliera pentastellata domanda: “Se la società Umbraflor srl, azienda vivaistica partecipata dalla Regione Umbria, dovesse essere assorbita dalla Regione stessa tutti gli assunti diventeranno dipendenti pubblici?”
Di Maria Grazia Carbonari, consigliere regionale M5S Umbria
Continua il mio approfondimento sulle partecipate regionali. Ieri si è svolta, su mia iniziativa, l’audizione dell’amministratore unico di UmbraFlor, Sandro Vitali, ex sindaco di Spello, nominato amministratore unico della partecipata regionale allo scadere del mandato elettorale.
Già oltre due anni fa avevamo sollevato dubbi sulla reale utilità di questo ente che svolgerebbe attività vivaistiche e di ricerca, oltre a manutenzione del verde che già svolgerebbe AFOR.
Nel frattempo la situazione economica-finanziaria descritta nei bilanci ha continuato a peggiorare.
Nonostante i “Ricavi da vendite” sarebbero rimasti sostanzialmente fermi dal 2014 al 2017 a circa 1,3 milioni di euro, quasi ogni anno il “Reddito operativo” stato negativo.
Nel 2017 (ultimo bilancio disponibile) Umbraflor avrebbe chiuso il bilancio con una immensa perdita di oltre 345.000 euro! E ciò nonostante l’ente goda di un immobile gratuito messo a disposizione dalla Regione e sub-affittato ad una cooperativa a 8.000 euro al mese.
I “Debiti” sarebbero in preoccupante aumento, da 2.403.695 euro nel 2014 a 2.936.321 euro nel 2017. Di questi 1.353.952 euro risulterebbero verso la Regione Umbria e 152.332 euro verso AFOR.
La composizione di alcune voci di bilancio come “Altre immobilizzazioni immateriali” (aumentate vertiginosamente dagli 11.040 euro del 2014 agli 816.098 euro nel 2017) non sarebbe indicata nella Nota integrativa e su cui il revisore unico non chiarisce la composizione.
Vi è poi la delicata questione dei “Crediti non esigibili” riguardo ai quali il revisore unico avrebbe scritto che “gli elementi probativi che sono in grado di raccogliere in merito al presumibile valore di realizzo dei crediti non sono sufficientemente completi … risultano però esserci ulteriori crediti piuttosto vecchi derivanti da gestioni passate … che possono essere di difficile realizzo, pertanto la posta contabile potrebbe ritenersi insufficiente e generare un errore che comunque si ritiene non pervasivo. A tal proposito va rilevate una carenza informativa nella Nota integrativa in quanto non viene evidenziata la sostanziale incertezza sul recupero dei crediti sopra descritti”. A fronte di questi sembra che il “Fondo svalutazione crediti” non è nemmeno la metà di quello necessario. Su tale fronte vedremo presto (Bilancio 2018) se verrà adeguato.
A questo si aggiunge un importo notevole, rispetto al fatturato delle “Rimanenze finali” pari a 1.480.000 euro, sembra attestate da un agronomo ma di cui chiederò conto.
La gravità della situazione di UmbraFlor sembra evincersi anche dalla conclusione della “Relazione del revisore unico” che “invita l’amministratore a perseguire obiettivi di efficienza ed economicità nell’azione amministrativa al fine di ottimizzare il rapporto tra costi e risultati, rivedere il programma triennale delle attività procedendo ad una revisione e razionalizzazione dei costi aziendali … pianificando … processi di ristrutturazione aziendale al fine di identificare risorse adeguate per garantire la continuità e perseguire obiettivi di business sostenibili per il raggiungimento delle finalità istituzionali ed il pareggio di bilancio”.
Nonostante tale sollecitazione, UmbraFlor nel 2017 avrebbe continuato a spendere grandi somme per il “Personale” (oltre 690.000 euro – circa 35 unità) e per i “Servizi” (oltre 418.000 euro), per le quali chiederò un dettaglio maggiore per capirne la composizione. Segnalo inoltre che la sezione “amministrazione trasparente” del sito non riporta tutte le informazioni su incarichi, consulenti e collaboratori, nonostante tale informazione sia obbligatoria.
Anche nel 2018 la situazione non sembrerebbe cambiata, anzi. Solo nelle delibere più recenti abbiamo trovato l’assunzione come “operaio agricolo” di un noto ex politico DS-PD di Orvieto (che dovrebbe avere quasi 70 anni) e il cambio di inquadramento da “operaio agricolo” a “impiegato full time” di una ex coordinatrice del PD di Trevi.
Con un’altra delibera poi UmbraFlor “sulla base … dell’urgenza da parte della Regione Umbria di completare l’iter di ammissione della domanda e della necessità di avviare i lavori nel più breve tempo possibile” avrebbe stabilito di “affidare allo studio Ing. Edoardo Merendoni le seguenti funzioni per un importo complessivo di euro 13.000: Progetto esecutivo … Direzione lavori … Contabilità e misure”. Una curiosa omonimia o si tratta dello stesso Edoardo Merendoni che è anche “Responsabile servizio prevenzione protezione sul lavoro” di UmbraFlor e consigliere comunale di Spello, nominato nella lista “Uniti nel Centrosinistra”?
Non conosciamo né discutiamo le singole capacità individuali, ma appare statisticamente “curiosa” una tale concentrazione politica (tra l’altro di una sola parte). Chiederemo verifiche agli competenti organi al fine di valutare che tutte procedure di selezione siano state adeguatamente pubblicizzate e si siano svolte nella massima trasparenza e rispetto della legge.
Magari se in futuro anche UmbraFlor verrà assorbita dalla Regione queste persone diventerebbero pure dipendenti pubblici?
Siamo sempre stati convinti che ricerca e professionalità vadano tutelate, ma vogliamo assicurazioni che nelle partecipate vi sia vera pubblicità dei bandi, assoluta trasparenza e meritocrazia. Lo impone l’articolo 97 della Costituzione e soprattutto la morale in una epoca dove migliaia di candidati lottano per manciate di posti pubblici con estenuanti concorsi.