Civitavecchia – Roberto Izzo, luogotenente dei carabinieri, è finito nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia per favoreggiamento e falsa testimonianza nell’omicidio di Marco Vannini. Izzo era comandante della locale stazione la sera della tragedia. Ad indurre i magistrati ad aprire il fascicolo, la testimonianza dell’amico del militare, Davide Vannicola. L’artigiano di Tolfa, che dopo essere stato scovato dalle Iene, ha raccontato agli inquirenti quanto Izzo gli avrebbe rivelato, ossia che a sparare a Marco Vannini non sarebbe stato Antonio Ciontoli ma il figlio Federico. Presente in casa assieme alla madre, Maria Pezzillo, alla sua fidanzata, Viola Giorgini, e alla sorella nonché fidanzata della vittima, Martina. Vannicola, dopo aver riferito questa sua versione in tv a “Le Iene”, l’ha anche confermata, come persona informata sui fatti, al procuratore capo di Civitavecchia, Andrea Vardaro, e al pm, titolare del fascicolo, Roberto Savelli. Vannicola ha ricordato inoltre che Izzo e Ciontoli andarono insieme nel suo negozio di pelletteria artigianale, per acquistare una borsa su misura, con la fondina per la pistola, proprio per Antonio Ciontoli. Si apre ora un nuovo scenario con nuovi testimoni: parenti e amici dell’ex comandante, persone vicine a Vannicola e anche il brigadiere Manlio Amadori, in servizio in caserma la sera del 17 maggio 2015, il quale, nella sua testimonianza in aula aveva raccontato che il Ciontoli giunto in Caserma era molto, molto preoccupato e pronunciò la seguente frase:“Ora metto nei guai mio figlio”, per cambiare poi versione davanti adl comandante Izzo.