PERUGIA – “Dopo la sentenza del Commissario agli usi civici che, a distanza di 45 anni, restituisce alla Comunanza Agraria di Gualdo Tadino le aree delle sorgenti Rocchetta, e dopo aver ‘spedito’ due mesi fa in Commissione la mozione M5S relativa al facile saccheggio delle acque da parte dell’omonima multinazionale, la Regione Umbria ancora tace”. È quanto scrive il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati, sottolineando che “prima, lo stesso Ente dà vita a un caos totale, gravido di pesantissime conseguenze giudiziarie, poi sparisce”, per questo, il capogruppo pentastellato fa sapere di aver “formalmente notificato la predetta sentenza a tutti i colleghi eletti a Palazzo Cesaroni, nonché alla Giunta e al dirigente regionale Angelo Viterbo, responsabile dell’iter che ha condotto la multinazionale, con indebito anticipo di ben sette anni, all’ottenimento della proroga della concessione fino al 2040, senza che nemmeno vi fosse un report idrogeologico di parte pubblica”.
“La Comunanza Agraria – rimarca Liberati – rivendica pertanto perspicui diritti economici e ambientali su cui il Comune di Gualdo Tadino ha invece finora stranamente taciuto: e ora chi paga? Un po’ più a sud – aggiunge – nel ternano, prosegue la saga della Cascata delle Marmore, sigillata, scippata dalla multinazionale di turno, grazie a una concessione regionale pressoché regalata su una centrale idroelettrica costruita a suo tempo dallo Stato, con le fatiche dei nostri avi: lo scorso anno, grazie a questo osceno gioco, la E.On. ha guadagnato circa 120 milioni di euro, quasi 400mila euro al giorno, mentre il nulla totale va alle comunità locali. Quanti cittadini potremmo aiutare anche solo con parte di quei soldi”?
Per Liberati, “la situazione è grottesca: si registrano incalcolabili offese al potenziale di attrattività turistica, ma anche al patrimonio ambientale del fragile ecosistema Piediluco-Marmore, oltre ai giganteschi danni, ben visibili, per gli immobili dei residenti di Piediluco, lago usato da tempo come intensivo bacino di carico della centrale idroelettrica di Galleto, con distruzioni evidenti di strutture e di edifici collocati entro il perimetro lacuale”.
“Per tutti questi motivi – spiega Andrea Liberati -, l’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, ben poco attenta su come operino i suoi uffici, merita una censura pubblica per gestione approssimativa e manifesta incapacità; alla luce dei fatti, pure il dirigente regionale e i funzionari dell’idrico dovrebbero subito ruotare, fatte salve eventuali responsabilità personali. Nei prossimi giorni – conclude il consigliere regionale di opposizione – il conflitto sui beni comuni salirà di tono: il M5S porterà avanti iniziative nuove e incisive contro la depredazione delle multinazionali e contro l’asservimento di politici ignavi e imbelli”. (Acs)