La direttrice artistica Canfora: “Sarà una stagione visionaria, allegra ed estremamente vitale”
Viterbo – Una proposta fatta di grandi nomi che conferma il palco viterbese come snodo naturale dei massimi circuiti teatrali: la stagione 2019/2020 di Teatro Caffeina porterà sul palco di via Cavour dei giganti della comicità, dell’emozione e della cultura. Una prima nazionale con Walter Pagliaro impreziosirà un cartellone composto da nomi d’impatto come Marco Paolini, Riccardo Rossi, Elisabetta Pozzi, Marisa Laurito, Nicoletta Braschi, Francesco Montanari e Andrea Delogu, che calcheranno le scene su testi di Luigi Pirandello, Samuel Beckett, Henrik Ibsen, Gardner McKay.
Con la prima de “Gli Spettri” di Ibsen, per la regia e la drammaturgia di Walter Pagliaro in cartellone per il 15 e 16 febbraio 2020, sarà inaugurato il ciclo delle residenzialità teatrali a Teatro Caffeina: “Così uno dei più grandi maestri del teatro italiano allestirà proprio da noi la sua prossima produzione, un testo del celebre drammaturgo scandinavo, in una versione pensata e costruita proprio per il Teatro Caffeina” spiega Annalisa Canfora, direttrice artistica della stagione teatrale a via Cavour. “Il nostro progetto”, continua l’attrice in forza al Teatro Brancaccio di Roma, “è prima di tutto una visione, la visione pazza (in tempi di crisi dei teatri) di un luogo di spettacoli vivi, gioiosi, capaci di creare nuove comunità di visione e azione teatrale. Nasce così ‘La pazza gioia’, la stagione 2019/2020 del Teatro Caffeina, una stagione visionaria, allegra, estremamente vitale”. Continua Canfora: “Grandi autori (Pirandello, Beckett, Ibsen), riscritture, tanta ironia e grottesco, drammaturgia contemporanea, il teatro di narrazione, la grande regia e alcuni tra i più importanti protagonisti della scena italiana. Questa è l’offerta che torniamo a proporre al nostro pubblico, una comunità di appassionati pazza e gioiosa come noi, che a chi dice il teatro è morto risponde uscendo di casa, riempiendo le sale, assistendo agli spettacoli, ridendo ed emozionandosi”.
“Credo che Teatro Caffeina sia il mio successo preferito, fra i tanti che Fondazione Caffeina Cultura ha saputo costruire in questi anni”, dichiara Carlo Rovelli, presidente di Caffeina: “E’ questo che immaginavo anni fa quando ho scelto di sostenere la rinascita dello stabile di via Cavour, per me un luogo del cuore, perché io sono prima di tutto uno dei tanti ragazzi che al ‘Pidocchietto’ viterbese degli anni d’oro era di casa, ogni settimana, ogni giorno. Non sopportavo di vederlo nello stato diroccato in cui l’ho ritrovato decenni dopo: oggi sono felice che Teatro Caffeina sia di nuovo un luogo di gioia, di passione e di cultura. Per questa stagione teatrale”, conclude Rovelli, “confesso che sarò prima di tutto un affezionato spettatore, pazzo e gioioso nell’accompagnare e sostenere gli sforzi di questa fantastica squadra di lavoro”.
Da martedì 22 ottobre sarà possibile acquistare, fisicamente al botteghino del teatro o via web, gli abbonamenti per la stagione 2019 / 2020.
Il programma
SABATO 23 novembre 2019 ore 21.00
W Le Donne di e con Riccardo Rossi
La donna è la prima persona che conosciamo al mondo! Maschi o femmine è uguale: è sempre lei il nostro primo incontro. Ma se le bambine crescendo diverranno sempre più “colleghe” della madre (prima o poi faranno un figlio anche loro) i maschi si ritroveranno per tutta la vita a fare i conti con “quell’essere” che li ha generati. Ma i ruoli nel corso degli anni cambieranno, dopo la madre conosceranno la tata, la sorella, la nonna, la maestra, la fidanzata, la moglie, la figlia e così via, senza dimenticare ovviamente la più temuta: la suocera! Grazie a tutti questi incontri con le donne nel corso della sua vita, all’uomo non resterà altro che fare l’unica cosa che non avrebbe mai voluto: crescere. Riccardo Rossi ci racconterà tutti i dettagli di questo viaggio con la piena consapevolezza della loro schiacciante superiorità. Anche perché come diceva Groucho Marx: “Gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta…”.
VENERDÌ 13 dicembre 2019 ore 21.00
Santo Piacere: Dio è contento quando godo
di e con Giovanni Scifoni Regia di Vicenzo Incenzo
Non c’è sesso senza amore è solo il riff di una canzone o una verità assoluta? Come la mettiamo con il VI Comandamento? Tutti dobbiamo fare i conti con la nostra carne e troppo spesso i conti non tornano. Anima e corpo sono in guerra da sempre, alla ricerca di una agognata indipendenza. Noi, credenti, bigotti o atei incalliti, continuiamo ad inciampare nelle nostre mutande, tra dubbi e desideri. Scifoni ha un piano: porre fine all’eterno conflitto tra Fede e Godimento e fare luce su una verità definitiva e catartica, dove l’anima possa ruzzolarsi sovrana nel sesso e il corpo finalmente abbracciare l’amore più puro, in grazia di Dio.
SABATO 18 gennaio 2020 ore 21.00
Giorni Felici di Samuel Beckett
con Nicoletta Braschi e Andrea Renzi Regia di Andrea Renzi
Nicoletta Braschi è Winnie, donna assoluta e minimale, di Giorni felici di Samuel Beckett, per la regia di Andrea Renzi, in scena sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, con Willie, il marito. E mentre la sabbia ricopre inesorabilmente entrambi, Winnie chiacchiera senza sosta, in un’alternanza insensata di momenti che sono il cuore della straordinaria esplorazione beckettiana della vita ai margini della follia. Noi, stretti nel terreno come Winnie, facciamo ricorso a tutte le nostre risorse, a tutte le benedizioni travestite, per intrattenerci a lungo e ancora con la relazione vitale che più amiamo: il teatro.
DOMENICA 02 febbraio 2020 ore 17.30
L’uomo, la bestia e la virtù di Luigi Pirandello
con Giorgio Colangeli, Pietro De Silva, Valentina Perrella, Cristina Todaro, Alessandro Giova, Diego RIfici, Alessandro Solombrino e con Francesco Petit-Bon
Regia di Giancarlo Nicoletti
Una rilettura fortemente contemporanea e concreta dell’universo pirandelliano, fuori dal “pirandellismo” di maniera, nel tentativo di riportare la poetica dell’autore Premio Nobel a un universo essenziale, umano, comico e tragico al tempo stesso. E nuovamente attuale.
Giorgio Colangeli veste i panni del “trasparente” professor Paolino in uno dei testi più rappresentati del drammaturgo siciliano. Co-protagonista al fianco del pluripremiato attore, un vulcanico Pietro De Silva interpreta il Capitano Perella; al loro fianco Valentina Perrella, pronta a calarsi nella vesti della “virtuosa” signora Perella.
SABATO 15 febbraio 2020 ore 21.00 e DOMENICA 16 febbraio 2020 ore 17.30
DEBUTTO NAZIONALE
Spettri, un dramma familiare di Henrik Ibsen, traduzione di Franco Perrelli
con Micaela Esdra, Igor Mattei, Fabrizio Amicucci, Dalila Reas
Drammaturgia e regia di Walter Pagliaro
Scene e costumi di Luigi Perego
Spettri, un dramma familiare, debutterà in prima nazionale, al teatro Caffeina di Viterbo il 15 febbraio 2020. L’Associazione culturale Gianni Santuccio proporrà, in maniera del tutto autonoma, una versione originale del grande testo ibseniano, proseguendo un progetto sulla drammaturgia nordica, già avviato con “Il pellicano “di Strindberg che di Spettri sembra essere sia il completamento tematico, sia stranamente, l’acida, suggestiva premessa. Come suggerisce acutamente Franco Perrelli, “Ibsen sta a Strindberg come il dr. Jekyll a mr. Hyde, sicché, messe nel conto le ovvie differenze, noi possiamo davvero capire Strindberg solo attraverso Ibsen, così come possiamo comprendere profondamente Ibsen proprio attraverso Strindberg”. A questa suggestione si ispirerà il nostro spettacolo, insolitamente pensato in una sorta di “Intima Teatern”. In effetti, Spettri e Pellicano, sono entrambi ambientati in una casa “perturbata”, dove sono morti, in modo sospetto, due Padri deboli o debosciati, spinti alla distruzione da due donne enigmatiche e virili che detengono saldamente nelle mani il potere, sulla casa e sui reciproci figli che si danno fuoco, dilaniati dalle colpe dei genitori e dalla loro stessa ignavia.
SABATO 29 febbraio 2020 ore 21.00
Il Giocattolaio di Gardner McKay
con Francesco Montanari e Andrea Delogu Regia di Lorenzo Gioielli
La trama narra la storia di un serial killer, soprannominato “Il Giocattolaio”, che prende di mira le donne, pur decidendo di non ucciderle. Egli le seduce e le lobotomizza con molta destrezza, abbandonandole a un destino atroce. Uno spettacolo che ci costringe a riflettere sul terribile potere del carisma e sulla nostra capacità di credere a qualunque verità purché ci faccia comodo; sulla capacità di perdonare immediatamente e sul bisogno di andare avanti.
DOMENICA 8 marzo 2020 ore 17.30
Persone naturali e strafottenti
di Giuseppe Patroni Griffi con Marisa Laurito, Giovanni Anzaldo, Filippo Gili e Federico Lima Roque Regia di Giancarlo Nicoletti
Una tragicommedia dal sapore post-eduardiano e pre-ruccelliano, col respiro di un periodare socio-poetico, che fra cinismi, grettezze e turpiloqui ci restituisce uno squarcio di vita di una generazione senza futuro, un affresco animato da personaggi borderline che appaiono come noi vogliamo vederli: cinici, superficiali, amorali. Persone naturali e strafottenti è il testo più “scandaloso” e fra quelli di maggiore successo di Giuseppe Patroni Griffi, rappresentato per la prima volta nel 1973, un testo crudo, poetico e visionario, fra Il grottesco, il cinico e il surreale.
SABATO 21 marzo 2020 ore 21.00
Cassandra o del tempo divorato
drammaturgia Elisabetta Pozzi con il contributo di Massimo Fini con Elisabetta Pozzi – Regia di Elisabetta Pozzi.
Cassandra è l’emblema della lucidità, una donna capace di vedere il futuro conoscendo il passato e comprendendo il presente, un personaggio che parte dal mito ma che Elisabetta Pozzi porta all’oggi per indagare la nostra civiltà orfana di identità e il suo declino. Prendendo avvio dalla Cassandra di Christa Wolf, Elisabetta Pozzi approda al ‘Monologo per Cassandra’ di Wislawa Szymborska, passando attraverso la magnifica poesia di Ghiannis Ritsos e navigando poi tra i testi degli autori classici da Omero ad Eschilo a Euripide, Seneca
MERCOLEDI’ 15 aprile 2020 ore 21.00
Filò filò
di e con Marco Paolini
“Filo Filò. Una forma magra di teatro, senza scena e senza personaggi, non una storia ma un filo di storie tenuto insieme con mestiere (quel che basta) e necessità (quella non manca).
Era filò nel Veneto “una veglia contadina nelle stalle durante l’inverno ma anche interminabile discorso che serve a far passare del tempo… e niente altro”, così diceva Andrea Zanzotto.
Un passatempo, non uno spettacolo quindi.
Un racconto dialogante nelle intenzioni di chi lo propone oggi a teatro, un invito agli spettatori a far filò insieme.