TARQUINIA – Ultimamente tra noi giovani sentiamo spesso dire che molti hanno i genitori separati. Alcuni che vivono questa realtà, se ne vantano, mentre altri soffrono.
È proprio così!
Secondo i dati Istat in Italia 5 persone su 8 sono divorziate, 2 persone su 8 non si sono mai sposate e solo 1 persona su 8 è coniugata! Questi dati fanno riflettere perché stanno a significare che non esiste più il concetto di famiglia solida così come tradizionalmente era in Italia una volta.
Ma i figli? Come vivono questa realtà? Come è la situazione vista dalla loro parte? Siamo tutti abituati a leggere cosa scrivono gli esperti, gli psicologi, i grandi, ma sappiamo realmente come la pensano i giovani? Cosa si dicono tra loro? Io mi sono fatta un’idea cercando con discrezione qualche notizia.
Parlando quindi di famiglia, analizzando a grandi linee le possibili situazioni, potrei dire che oggi escono fuori tre grandi realtà. Ovviamente non entro nel dettaglio, evitando di sfrugugliare laddove troverei molte altre forme di unione tra persone, ma per affrontare il problema preferisco soffermarmi su tre macro aree.
Per prima la famiglia così come ce la aspettiamo, marito e moglie leali e lavoratori, attenti ai valori, con figli studiosi, magari sportivi o musicisti.
La seconda versione, genitori separati con figli.
Infine, genitori litigiosi ma che mantengono l’unione famigliare in virtù di incomprensibili valori.
È facile pensare che i figli delle famiglie appartenenti alla prima “area” siano i più sereni. In effetti, questi ragazzi guardano il mondo con una razionalità invidiabile, capiscono i loro ruoli e si comportano con naturalezza in ogni occasione, consapevoli di avere a casa genitori alleati pronti a prevenire e curare i momenti di alti e bassi che ovviamente ogni figlio, piccolo o adolescente può incontrare.
Seconda versione, probabilmente la più diffusa, quella che riguarda le famiglie con genitori separati. Qui, volendo utilizzare un linguaggio moderno, ho dovuto dividere in due sottocartelle: genitori in buoni rapporti, genitori in cattivi rapporti.
Nel primo caso, i figli sono consapevoli, rassegnati e maturi. Abituati a condividere i genitori a fasi alterne, le vacanze una volta con uno, la volta dopo con l’altro, il fine settimana con un genitore, il resto dei giorni con l’altro, ecc… Qui i nonni svolgono un ruolo fantastico, aggiungono spesso quello che i genitori, a torto o ragione, non hanno saputo consolidare.
Poi ci sono i figli dei genitori separati, ma che si odiano. Questi genitori sfogano sui figli vendette e frustrazioni, caricandoli di responsabilità che non hanno, maturando quindi in loro paradigmi sbagliati che segneranno per sempre il loro carattere. Questi ragazzi spesso sono arroganti e presuntuosi, sembrano “caricati a molla” e pronti ad esplodere ad ogni occasione.
Ma sono anche fragili e facili prede di pericolosi falsi rimedi, per ricercare la felicità, tipo droga o alcool. Di solito a scuola sono mediocri o addirittura scarsi, manifestando una chiara trascuratezza dei genitori nel supporto a casa, dove invece il ruolo del papà o della mamma sono indispensabili.
Parlerò infine della terza versione, quella che, per così dire, raggruppa quei genitori che per eccesso di responsabilità, rispetto o magari buone intenzioni, rimangono unite malgrado non ci siano più quelle condizioni concrete che si rendono indispensabili in una coppia per mantenere in piedi la famiglia. Molte volte questi genitori sembrano separati in casa, sono disgiunti nell’educazione dei figli che spesso si rifugiano dall’uno o dall’altro a seconda di come può fargli comodo.
Quello che però appare più evidente e degno di valutazione è il comportamento di quei figli che si trovano in mezzo alle inevitabili e qualche volta plateali liti in casa di questi genitori.
Questi ragazzi sono sicuramente i più sensibili tra tutti, vivono nella continua speranza che prima o poi le cose possano aggiustarsi, per poi invece ricadere nel baratro ogni volta che una litigata si ripete. Questo alternarsi di sicurezza/insicurezza crea una tremenda fragilità in questi figli, che dimostrano incertezza in tutti i problemi che affrontano.
Il seppur grossolano resoconto finale, che ognuno di noi può dedurre, credo dia un’idea dei diversi drammi che si vivono all’interno di ogni situazione famigliare “sbagliata”. Vorrei dire agli adulti, che sarebbe tuttavia utile cercare di valutare quanto detto, guardando anche da un angolazione diversa, ovvero quella dei figli. Che responsabilità hanno loro dell’immaturità dei genitori? Eppure sono i figli i primi a pagare, e allora?
Forse, cari genitori, è il caso di fare un passo indietro, cercando di resettare un po’ di quelle brutte abitudini che vi ha imposto la modernità, matrimoni facili e separazioni altrettanto affrettate. I figli e quindi la famiglia, sono una cosa straordinaria, magnifica, una di quelle scelte che impongono rigore, uno di quei cambiamenti da fare con intelligenza, un impegno da prendere sul serio. Certo non dobbiamo essere noi giovani ad insegnarvi ad essere grandi, lo hanno già fatto i nostri nonni!
Solo per sdrammatizzare un pochino, il noto scrittore ceco Jan Sobotka diceva: “Le persone dovrebbero sposarsi quando si conoscono bene. Di solito, però, è allora che divorziano!“
Giorgia Pusceddu