L’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Terni, ora assessore nella giunta regionale leghista di Donatella Tesei, replica a chi aveva definito una “bocciatura” il parere dato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali dell’Umbria sul progetto di restauro del Teatro Verdi
Di Enrico Melasecche, assessore regionale
TEATRO VERDI: DAL GRUPPO “FRITTO MISTO” INCOMPETENZA A GO GO
Dopo dieci anni di nulla cosmico, di appalti sbagliati, di castronerie progettuali (ci sarebbe da scrivere un romanzo sulle fesserie fatte sul nostro Teatro Verdi!!!😱😱😱) fatte dal PD al governo della città, un transfuga rocambolesco di quel partito in cerca di un pizzico di notorietà si risveglia dal letargo politico e spara la solita bufala. Oggi fa parte del gruppo “Fritto misto” da lui creato, con ambizioni renziane, insieme a pezzi “dell’estrema destra” e dell’”estrema ignoranza” locale. Legge e chiosa la lettera con cui la Soprintendenza accompagna la procedura concordata da mesi con il sottoscritto per ridare vita e dignità al nostro massimo teatro cittadino ed acquisire con un bando il miglior progetto architettonico possibile compatibile con la struttura realizzata circa settanta anni fa che, è bene ribadirlo, non è possibile demolire. Progetto alla mano potremo finalmente partire entro l’anno con il primo stralcio di lavori grazie anche al finanziamento aggiuntivo di 2 milioni del MIBAC recentemente recuperati in Regione.
Ebbene, prendendo fischi per fiaschi, emulo del suo compagno di gruppo che, grande esperto di siderurgia è passato alla storia per aver scambiato il “dumping” per “doping”, spara giudizi di una incompetenza disarmante sul contenuto di quella lettera nell’interno di denigrare, denigrare, denigrare, l’unica attività in cui ha acquisito realmente una certa professionalità.
Gli risponde, dandogli con molto garbo due sonori ceffoni, l’assessore Salvati che mi ha sostituito ai LLPP che gli spiega per filo e per segno il significato di quella lettera, smentendo categoricamente la lettura sgangherata fatta dall’ex valnerino.
Se Terni è stata ridotta in queste condizioni non è per caso. Quale commento possiamo fare a cotanta incompetenza?
Alzando gli occhi al cielo: “Aridatece l’Assessore ai LLPP di Rifondazione Comunista ‘protagonista’ del primo mandato Di Girolamo, aridatece l’assessore urbanista ex Margherita che Di Girolamo mandò a casa, aridatece l’assessore di Collestatte che ha assegnato l’appalto del Verdi senza sapere cosa stesse facendo, aridatece l’ingegnere, il meglio, che però non aveva capito che l’attuale struttura vincolata non si poteva demolire”.
Perché, nonostante tutto, “erano meglio quelli de prima” rispetto a coloro che non sanno oggi nè leggere nè scrivere e pur di avvelenare i pozzi della città sparano sul Verdi, sparano sul PalaTerni, si sparano fra di loro.
La morale? “Terni mia, Terni mia non sì più tu”! (cit. Furio Miselli)