Colpo di scena su una vicenda che destò molti dubbi già all’epoca e che oggi rischia di riscrivere la storia di evento e di un luogo divenuto meta di pellegrinaggio
CIVITAVECCHIA – E’ il 2 febbraio del 1995, giorno della Candelora, per i cattolici giorno di presentazione di Gesù al Tempio. La famiglia Gregori, credente e praticante, quel giorno va in chiesa ad onorare la festa.
Jessica ha poco più di cinque anni, è figlia di Fabio, operaio dell’Enel e ha altri due fratelli, la mamma è già andata nella chiesetta vicino casa, papà Fabio le dice di sbrigarsi perché devono raggiungerla, ma Jessica, nella foga, mentre esce dalla villetta in località pantano nota qualcosa di strano sul volto della madonnina da sempre presente nel giardino della loro casa. lo dice al padre, ma solo una volta rientrati si rendono conto dell’accaduto: sul voto della loro madonnina sono presenti lacrime di sangue.
Da quel giorno iniziano accurate analisi scientifiche sulla statuina di gesso. Il paese si divide tra credenti e non. Il primo ad essere scettico all’epoca fu Monsignor Girolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia, fino al giorno in cui la prese in custodia e la statua lacrimò fra le sue mani.
La magistratura volle vederci chiaro e iniziò minuziose analisi, secondo cui: “Quel sangue risaltava essere di dna maschile”, escludendo ogni trucco interno alla statua, ma aprendo un’inchiesta per truffa e abuso della credulità popolare conclusasi con esclusione del dolo.
La Chiesa non si è ancora espressa sul fenomeno mentre la commissione d’inchiesta diocesana di Tarquinia e Civitavecchia ha definito l’evento “non spiegabile scientificamente“. Ma dopo le clamorose rivelazioni di ieri sera a “Porta a Porta”, del signor Ivano Alfano, che dopo venticinque anni sostiene che quel sangue è suo, la storia potrà essere completamente riscritta. Intervistato nel suo salotto dalla giornalista Vittoriana Abate, l’uomo ha raccontato cosa accadde quel giovedì di un quarto di secolo fa.
“Mi trovavo a fare una gita in moto con la mia compagna (che si trovava al suo fianco durante l’intervista e ha confermato la versione, ndr) quando il filo del gas ha cominciato a dare problemi. Mi sono fermato per aggiustarlo e mi sono ferito alla mano. Eravamo proprio nei pressi della località Pantano e ho visto che c’era una nicchia con all’interno una Madonnina di gesso.
Ho il vezzo, ogni volta che vedo una statuina del genere di accarezzarle il volto e poi di baciarmi la punta delle dita”.
“Così facendo – ha proseguito Alfano – mi sono reso conto di aver combinato un pasticcio, perché una parte del volto della statuina era completamente imbrattato del mio sangue.
Ho cercato di porre rimedio, ma ho ulteriormente peggiorato la situazione, visto che anche l’altro lato del volto della Madonnina portava i segni del mio sangue”. Una cosa lascia però perplesso l’uomo, “il mio sangue non aveva colature evidenti, ( come poi sono stati ritrovate e visibili sulla statua) ma solo sbaffi”.
Alla domanda della giornalista sul perché avesse atteso ben 25 anni prima di raccontare la cosa, l’uomo ha sostenuto che in tutto questo tempo ha avuto paura di “creare un casino” e di essersi convinto solo recentemente, anche su suggerimento di una sua amica, perché nel frattempo la sua vita è stata costellata da una serie di eventi non favorevoli.
Al termine, Ivano Alfano, le cui dichiarazioni erano state contestate e messe in dubbio da altri ospiti presenti nella trasmissione, ha dichiarato di essere disposto in qualsiasi momento a sottoporsi alla prova del Dna, per dimostrare che quel sangue era effettivamente il suo.
D’altronde, campioni del sangue dovrebbero essere ancora disponibili, sia nei reperti conservati dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, che aprì un’inchiesta seguita dall’allora sostituto procuratore, Antonino La Rosa, sia in Vaticano, dove sulla vicenda non è stata ancora scritta la parola “fine”, nel senso che la Santa Sede non si è ufficialmente pronunciata o meno sulla possibile soprannaturalità dell’evento. L’inchiesta giudiziaria, così come sottolineato ieri sera in trasmissione dalla giornalista Vittoriana Abate, si concluse con l’archiviazione per il reato contestato di abuso della credulità popolare, ma con dei punti fermi fissati dalle perizie. Il primo era che il sangue non risultava sceso dall’occhio ma dallo zigomo della statuina, mentre il secondo evidenziava come non ci fosse stato gocciolamento e quindi fosse da escludere una lacrimazione vera e propria.
Padre Flavio Uboldi vicepresidente della commissione Diocesiana sulle apparizioni sostiene che ”non c’è da meravigliarsi se il sangue è maschile, perché in uno dei suoi messaggi di Medjugorje la madonna ha affermato di piangere il sangue di suo figlio“.
Molti testimoni in tutti questi anni hanno sostenuto di averla vista ancora lacrimare, mentre Jessica e suo padre hanno apparizioni mariane dal luglio 1995. Inevitabili i dubbi dei presenti in studio e degli spettatori
Una domanda si è levata dallo studio di Porta a Porta: come ha fatto ad entrare in una proprietà privata il signor Ivano, e ancor di più a vedere la madonnina, che è in una nicchia di pietre, alle spalle della strada, con il viso rivolto verso casa Gregori, quindi non visibile dall’esterno? Millantatore o modesto, dopo le parole di Ivano , la storia dovrà ora essere rivista.