Novità e conferme sul fronte sul fronte Covid, dopo cinque settimane dall’allentamento del lockdown e l’avvio della cosiddetta Fase 2, “non si è assistito, come qualcuno aveva previsto, ad un aumento dei contagi né dei casi di malattia ricoverati in ospedale o gestiti a casa”.
A confermarlo Matteo Bassetti, infettivologo e direttore della clinica malattie infettive del policlinico San Martino di Genova,
“Il primo focolaio italiano di COVID-19, che è iniziato con numeri importanti a febbraio, sta quindi volgendo al termine in tutte le regioni italiane, compresa la Lombardia.
Speriamo di arrivare a zero contagi entro le prossime 3-4 settimane. Credo che questa sia una buona notizia. Basta terrorismo e catastrofismo. Con molta cautela e senza il “liberi tutti”, guardiamo con ottimismo al futuro. Posso confermare che anche gli ultimi ricoveri presentano le medesime caratteristiche. Sono meno gravi, meno aggressivi, meno impegnativi già nella loro presentazione iniziale rispetto a quelli di marzo. Non abbiamo più visto branchi di tigri assassine latrici di morte, ma soltanto qualche gatto selvatico, il più delle volte, docili come felini domestici”.
Il virus è mutato in breve tempo
“Uno studio inglese dell’University College di Londra ha confermato che il virus è mutato per ben 189 volte in tutto il mondo adattandosi quindi all’uomo. Lo ha fatto in un tempo veramente molto breve rispetto ad altri virus simili del passato. Lo stesso studio è stato anche in grado di ridatare la comparsa del virus nel mondo agli inizi di ottobre 2019”.
Clorochina e Covid-19
“Dopo tutte le polemiche editoriali suscitate dallo studio sulla clorochina pubblicato su Lancet, ne arriva un altro che in maniera, direi inequivocabile, spegne definitivamente gli entusiasmi su questo farmaco per la cura di pazienti ospedalizzati con il COVID. Si tratta dello studio “Recovery” in cui sono stati trattati oltre 11000 pazienti e non si è visto alcun beneficio con l’ uso della drossiclorochina (Plaquenil)”.
Oms e misure di contenimento (leggi)
“Finalmente l’OMS (meglio tardi che mai…) rivede le sue posizioni sui guanti. Non servono per strada, al supermercato, sugli autobus, sui treni, in aereo, nei negozi, ecc. Lo dicevo da mesi. Laviamoci bene le mani, evitiamo di inquinare e lasciamo i guanti a chi ne ha veramente bisogno.
Speriamo che presto ci si uniformi in tutta Italia anche sull’uso delle mascherine, che deve essere fortemente raccomandato quando non si possa mantenere la distanza di sicurezza.
Lasciamo che prevalga sempre l’evidenza scientifica nella prevenzione e nella gestione clinica e terapeutica del COVID, oltre a tanto buonsenso” conclude il professore.