La app Immuni avrebbe dovuto aiutare le autorità sanitarie a tracciare i contagi e a mappare la diffusione del virus. La realtà, però, è che gli italiani ad averla scaricata sono troppo pochi perché possa essere veramente utile. Secondo una ricerca dell’Università di Pavia, infatti, solo il 12% della popolazione italiana tra i 14 e i 75 anni, in possesso di smartphone, avrebbe installato Immuni sul proprio dispositivo e cioè 4 milioni e 300mila persone. Numeri bassi, in relazione alle attese.
Così Paola Pisano, ministra per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione durante il question time: “Per quanto riguarda il contributo dell’applicazione alla lotta al coronavirus, secondo il ministero della salute i soggetti positivi in possesso dell’applicazione che hanno acconsentito a inviare il messaggio di notifica sono 46, dal 13 luglio ad oggi i soggetti allertati grazie a immuni risultano essere stati 23 che hanno avuto la possibilità di conoscere i rischi contagio cui sono state esposte: questo dimostra la sua utilità. Non ho mai detto che l’applicazione sia l’unica soluzione al contenimento del virus, rientra in una strategia complessiva”, ha sottolineato la ministra.
Anche il commissario Domenico Arcuri il 9 luglio scorso aveva ammesso che «la app non ha raggiunto il target previsto». Perché il sistema di rilevamento risultasse efficace sarebbe stato necessario che almeno il 60% dei possessori di smartphone decidesse di installarla.