TARQUINIA – Un altro Pian di Vico e oltre. Il 22 settembre la Regione ha dato l’ok alla realizzazione di un gigantesco impianto fotovoltaico nella Tuscia, ancora più esteso di quello che sarebbe diventato “uno dei dieci impianti fotovoltaici più grandi di Europa”, come la soprintendente Margherita Eichberg definì il progetto di centrale solare su 250 ettari che si voleva realizzare a Tuscania, e che alla fine è stato bloccato dal Consiglio dei Ministri, proprio su opposizione del ministero dei Beni culturali.
Stavolta a essere interessato è il comune di Tarquinia. La superficie coinvolta nel progetto si trova in località Pian d’Arcione e misura 304,3 ettari. Anche se la copertura effettiva dei pannelli sarebbe pari a 89 ettari. Potenza dell’impianto: 170,11 MWp (Mega Watt picco). Il progetto è stato approvato con una determinazione firmata dall’ingegner Flaminia Tosini, capo della Direzione regionale Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti. Si tratta della terza autorizzazione concessa dalla Regione nel giro di pochi giorni.
Oltre all’impianto di Tarquinia, il 21 settembre la Regione ha dato l’ok a un campo fotovoltaico a Montalto (67,05 ettari in località Galeotti Ponton) e il 25 settembre a un impianto di 73,3 ettari nel comune di Viterbo, in località Rinaldone. Secondo la Regione non ci sarebbero ostacoli alla realizzazione dei tre impianti. A Viterbo, si legge nell’istruttoria, “l’area di progetto si trova territorialmente compresa tra due aree archeologiche, ossia il tracciato della Cassia Antica e l’area del teatro romano di Ferento”, ma “seppur ricompreso tra i due, nel terreno di progetto non si rilevano aree di interesse archeologico”. A Tarquinia, l’area interessata “riveste un ruolo di modesto pregio dal punto di vista del patrimonio storico – archeologico vista la presenza dei pochi siti e poco interessanti ancorché poco visitati. Infatti, molti di essi non sono adeguatamente curati e serviti da un’attenta rete di servizi sia a fini culturali che turistici e pertanto non valorizzati dalla presenza massiccia di visitatori”. Infine, a Montalto “le aree archeologiche risultano al di fuori di una potenziala sfera di influenza dell’impianto fotovoltaico in oggetto”. Di parere opposto la Soprintendenza, che si è espressa in maniera negativa in tutti e tre i casi, con pareri acquisti rispettivamente il 15 ottobre 2019, il 20 luglio 2020 e il 9 settembre scorso. Secondo la Regione, però, “in assenza di vincolo sulle aree di progetto il parere del Mibact è da considerarsi non vincolante. Inoltre non contiene l’indicazione di modifiche progettuali eventualmente necessarie per il superamento del dissenso”.
Per quanto riguarda l’impianto di Tarquinia viene fornita anche una fotografia dettagliata delle ricadute occupazionali: “Circa 1.250 occupati temporanei diretti e 640 occupati temporanei indiretti, circa 90 occupati permanenti diretti e 32 occupati permanenti indiretti”, spiega l’istruttoria. Negli ultimi tre mesi sono otto in totale i progetti di fotovoltaico autorizzati dalla Regione, per un totale di 686,33 ettari: il 3 luglio 26,88 ettari a Tessennano (località Macchione); l’8 luglio altri 58 ettari sempre a Tessennano in località Riserva; il 22 luglio 48,5 ettari a Montalto (località La Viola); il 24 luglio 68 ettari a Montalto in località Guinza Grande; il 24 luglio 40,3 ettari tra Tuscania e Arlena di Castro, in località Le Mandrie. Impianti a cui ora si sommano gli ultimi tre sopra.
fonte: corrierediviterbo.it