Poliziotte in prima linea con il brano “Il vestito rosso”. Oggi si inaugura la nuova associazione “Codice rosso” a corso Marconi
CIVITAVECCHIA – Una Giornata internazionale contro la violenza sulle donne diversa dal solito quella che si celebra oggi, in piena emergenza Covid: emergenza che, oltre ad essere sanitaria, ha forti ripercussioni anche dal punto di vista sociale.
Lo sa bene la Consulta delle Donne che quest’anno ha dovuto fare i conti con problemi di diverso tipo. A partire dalla possibilità, venuta meno, di avere un rapporto diretto con le donne che si rivolgono all’associazione.
«Le nostre operatrici antiviolenza hanno continuato a svolgere gli incontri individuali – ha spiegato la presidente Amelia Ciampa – nel rispetto di tutte le norme di distanziamento, ma abbiamo dovuto chiudere i gruppi di mutuo aiuto.
Le piattaforme online, in questo caso, non sono così utili allo scopo, venendo a mancare la comunicazione non verbale, fondamentale in molti casi, oltre all’empatia che si crea tra le partecipanti. Noi ce la stiamo mettendo tutta, ma certo abbiamo anche riscontrato, in quest’anno, soprattutto in pieno lockdown, la difficoltà a denunciare da parte delle donne».
I movimenti limitati, la permanenza obbligata dentro le mura domestiche che spesso sono il luogo dove si consumano le violenze, fisiche e psicologiche, e le difficoltà esterne non hanno certo aiutato a tirar fuori quanto si consumava.
Sono sei le persone che si sono rivolte finora alla Consulta delle donne di via Fusco e tre quelle che stanno ancora portando avanti il percorso che le porterà ad avere piena consapevolezza della propria situazione, con l’associazione che mette a disposizione anche psicologi e avvocati, seguendo la donna lungo tutto il suo percorso.
«La consulta – ha aggiunto Ciampa – celebrerà la giornata internazionale contro la violenza sulle donne il 9 dicembre, quando si celebrerà il processo in Cassazione contro l’annullamento del risarcimento dello Stato ai tre figli di Marianna Manduco, uccisa nell’ottobre 2007 a 32 anni dal marito. Marianna tra il 2006 e il 2007 presenta almeno 12 denunce per le violenze quotidiane e per le continue minacce di morte. Una morte annunciata».
Anche la Polizia è in prima linea. Cuori che battono sotto la giubba blu, che ricordano all’Italia e al mondo che prima della poliziotta c’è la donna, fatta di anima, sentimenti, cervello e voce. E proprio la voce di cinque operatrici del commissariato di Civitavecchia questa volta esce dagli schemi istituzionali fatti di altoparlanti e ricetrasmittenti e attraverso un microfono grida forte la necessità di dire basta alla violenza sulle donne.
Il brano si chiama “Il vestito rosso”, uno slogan d’eccezione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, interpretato in maniera impeccabile da Emanuela Animobono, Emilia Girolami, Rosa Aprea, Serenella Gigli e Lina Falaschi, quest’ultima autrice del testo, arrangiato da Riccardo Brunamori (anche lui poliziotto in servizio a Civitavecchia) sotto la regia di Chiara Brunamori.
Un video che vede come attrice Valentina Capati e che parla di “donne per le donne, con le donne, tra le donne. A ricordare che l’amore è ciò che aggiunge e mai ciò che toglie”. Il video è stato girato al cinquecentesco Palazzo Fani di Tuscania, messo a disposizione dal presidente Actas Claudio Patrizi.