Nuova sorpresa della RSA San Giuseppe di Acquapendente ai famigliari dei pazienti
ACQUAPENDENTE – Ancora polemiche legate alla gestione della Casa di Riposo San Giuseppe, la residenza sanitaria assistenziale da sempre coinvolta in polemiche e discussioni in città.
L’ennesima denuncia arriva dalla Lega che ci ha segnalato come la società che gestisce la casa di riposo, stia facendo rivalsa nei confronti dei cittadini per recuperare somme che la Asl sembrerebbe non versare più.
La retta per il soggiorno in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) deve essere scorporata in 2 parti:
- quota sanitaria, (prestazioni, medicinali) assolte dal Servizio Sanitario Nazionale tramite le Asl di appartenenza, circa 1.500 euro mensili;
- quota sociale o alberghiera spese assistenziali e di servizi quotidiani (vitto, alloggio, pulizia dei locali…), circa 1.500 euro mensili a carico dell’utenza (il beneficiario della prestazione) con la compartecipazione del Comune in base all’ISEE.
Visto che la struttura RSA San Giuseppe di Acquapendente era in fase di accreditamento per l’anno 2020 il servizio sanitario nazionale, come da contratto, forniva una copertura di budget per la spesa sanitaria pari all’80% della struttura a pieno regime.
La struttura, ignorando gli avvisi della Asl che il budget per la quota sanitaria stava finendo ha continuato a viaggiare sempre a pieni regimi cioè con tutti i posti in RSA occupati e non solamente all’80% in modo comunque da incassare la parte alberghiera. A budget finito sono iniziate le richieste, prima alla Asl, per un extra budget ma, trovando porte chiuse, la proprietà ha iniziato a chiedere la differenza ai famigliari.
In una prima riunione tenutasi a novembre 2020 i responsabili della casa di riposo hanno avvisato i familiari che il budget per la parte sanitaria era all’80% e stava finendo.
Ovviamente e giustamente i familiari facevano presente ai responsabili della struttura, non nuovi ad iniziative stravaganti, che il problema non li riguardava in quanto, avevano sottoscritto un contratto con la società solamente per la parte alberghiera e dove non c’era traccia per la parte sanitaria.
Sempre secondo gli esponenti della Lega che stanno seguendo la vicenda, assistendo i familiari, quando i loro anziani (padri, madri o nonni) sono stati accettati dalla Asl e assegnati alla residenza sanitaria assistenziale si è ben guardata dall’informarli che se avessero accettato i sistemare i loro cari nella San Giuseppe di Acquapendente il budget a loro riservato sarebbe stato ridotto all’80%.
In questa confusione su chi doveva coprire o meno il restante 20% la dirigenza della Rsa San Giuseppe ha iniziato a mandare lettere di diffida alle famiglie che, loro malgrado, dovranno compensare quello che loro dicono di rimettere.
A nulla sono valse le lamentele con la Asl di Viterbo e il direttore generale Donetti alle prese con le visite guidate di politici presso l’ospedale.
Per non parlare del sindaco e dell’assessore preposto che, davanti ad un problema del genere, con un disagio economico legato alla pandemia, invece di aprire le porte e soprattutto il portafogli dei servizi sociali non rispondono più a nessuno.
Le Lega, infatti, ci ha mostrato una lettera inviata dalla Rsa San Giuseppe alle famiglie dove si chiede il saldo della parte non coperta dalla Asl di Viterbo.
Lettera di diffida per poi adire le vie legali per il recupero delle somme.
Giova ricordare, ci dicono gli esponenti della Lega, che medicinali, servizi di lavanderia e materiale igienico sanitario, sono tutti a carico delle famiglie degli ospiti.