Il Consiglio regionale ha dato il via libera con 33 voti favorevoli e 3 astenuti. Al centro del dibattito lo sviluppo delle aziende agricole
ROMA – Il Consiglio regionale, presieduto per l’occasione da Devid Porrello, ha approvato, con 33 voti favorevoli e 3 astenuti, il Piano della riserva naturale Tenuta di Acquafredda, nel XIII Municipio di Roma.
Si tratta di 255 ettari, come ha spiegato l’assessora all’Agricoltura e all’ambiente, Enrica Onorati, che si trovano nel quadrante nordovest della Capitale. Una zona caratterizzata da aree agricole, frammenti di boschi, nella quale sono presenti 26 specie diverse di uccelli.
“Obiettivi del Piano – ha dichiarato Onorati – sono il potenziamento della rete ambientale, il collegamento con il sistema ambientale del quadrante, lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile, la riqualificazione degli spazi urbani, il recupero del fosso di Acquafredda, la conservazione delle aree boschive”.
Nel corso della discussione generale, aperta dal presidente della commissione Ambiente, Valerio Novelli (M5s), molti interventi hanno centrato l’attenzione sullo sviluppo delle aziende agricole. Da un lato chi, come lo stesso Novelli, ha sostenuto l’esigenza di garantire non solo la possibilità di diversificare le attività (multifunzionalità) ma anche di coinvolgere altri imprenditori che affianchino le aziende agricole con attività connesse (multimprenditorialità), dall’altro chi come Marco Cacciatore (Gruppo misto) ha puntato l’attenzione sull’esigenza di “non aprire varchi ad attività che nulla hanno a che vedere con l’agricoltura”.
Nel corso dell’esame del provvedimento, a questo proposito, sono stati approvati, con riformulazione della Giunta, numerosi emendamenti presentati dallo stesso Cacciatore e da Marta Bonafoni (Lista Zingaretti), proprio per eliminare dalla deliberazione i riferimenti alla multimprenditorialità. “Si tratta di un’area limitata e quindi molto fragile dal punto di vista ambientale”, ha argomentato l’assessora Onorati.
Eugenio Patanè (Pd) ha ricordato come già in commissione sia stata eliminata dal piano la scheda che riguardava un progetto di edificazione di una struttura sociosanitaria. “Ma questo – ha spiegato – non elimina automaticamente i 210mila metri cubi previsti da un accordo firmata all’epoca fra il sindaco di Roma Alemanno e l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa) con cui il Vaticano ha ceduto una porzione della tenuta in cambio di un diritto edificatorio. Diritto che, temo, prima o poi atterrerà su qualche zona di Roma”.
Secondo Fabrizio Ghera (FdI) “Bisogna fare il massimo per valorizzare il più possibile queste aree, i piani non devono rimanere documenti sterili, servono adeguate dotazioni economiche”. Posizione condivisa da Massimiliano Maselli (anche lui FdI) che ha invitato a “fare in fretta perché restano da approvare ancora troppi Piani dei parchi”.
Daniele Giannini (Lega), infine, ha espresso “soddisfazione per il lavoro fatto per arrivare a un testo che valorizza e tutela l’aspetto naturalistico e agricolo di questa area”.