ROMA – Un acconto di quasi 5 milioni di euro sulla fornitura di 3 milioni di mascherine FFP2, 3 milioni di mascherine chirurgiche a tre strati, un milione di camici idrorepellenti e un milione di tute isolanti in TNT.
Ma le mascherine ‘promesse’, anziché entro i 5 giorni pattuiti, sono arrivate quattro mesi dopo. Mentre di camici ne sono stati consegnati solo 148 mila, e per di più corredati di documentazione “palesemente falsa”. E’ il cuore dell’accusa mossa alla srl tarantina Internazionale Biolife e alle sei persone finite agli arresti domiciliari nel quadro di un inchiesta della procura di Taranto sulla fornitura, nella prima fase dell’emergenza, di dispositivi di protezione individuale all’Agenzia della protezione civile del Lazio. Vicenda – sottolinea il il gip del Tribunale di Taranto Benedetto Ruberto nell’ordinanza di custodia – che presenta “una singolare affinità” con quella al centro della denuncia-querela presentata dal rappresentante legale della Exor Sa per la mancata consegna, da parte della stessa Internazionale Biolife, di una partita di mascherine FFP2 per le quali la Exor aveva versato un anticipo del 70% sull’importo dell’intera fornitura, pari a poco più di 2 milioni di euro, “senza ottenere la merce ordinata”.
Nella prima metà dell’anno passato, nota il gip, “la difficoltà di reperimento” dei dispositivi di protezione individuale in elevata quantità, “ha indotto alla emanazione di una normativa che permetteva di derogare alla disciplina ordinaria in materia di contratti di pubbliche forniture, privilegiando l’affidamento diretto delle commesse, con possibilità di pagare in anticipo la merce e finanche in assenza di qualsivoglia garanzia da parte del fornitore”.
L’Agenzia della protezione civile del Lazio ha così sottoscritto il 27 e 30 marzo 2020 due contratti con la società in questione per la fornitura di 8 milioni di Dpi ma dagli accertamenti della Guardia di finanza è emerso che “quando la Internazionale Biolife aveva proposto all’Agenzia la fornitura di mascherine e camici, non aveva ancora la disponibilità delle a merce e non aveva neanche contezza della tempistica necessaria per soddisfare le esigenze del predetto ente”.