L’attuale manager, già coinvolto in strane situazioni, avrebbe spostato 17 milioni di euro dalla filiale “Banca Marche” di Civitavecchia ad una filiale di Roma della Banca Popolare di Milano, perché?
CIVITAVECCHIA – Porto, Fondazione e adesso pure l’ATER finisce sotto la lente di ingrandimento dei magistrati. La Procura della Repubblica di Civitavecchia, secondo alcune fonti ben informate, avrebbe aperto un fascicolo (non sappiamo se contro NOTI o IGNOTI), sulla gestione dell’ente che si occupa delle case popolari del comprensorio.
Tutto sarebbe nato da una denuncia firmata che avrebbe posto l’accento su chi si trova al comando dell’Ater e cioè Antonio Passerelli.
Personaggio quest’ultimo già noto alle cronache giudiziarie e, soprattutto, giornalistiche.
Chi è Antonio Passerelli dunque?
Fino al 2000 ha ricoperto la carica di amministratore unico della società Ecoflora.
Nel 2006 Ama Servizi Ambientali costituisce un’ATI (associazione temporanea d’impresa) con Ecoflora che a sua volta si era consorziata con la famosa Cooperativa 29 giugno di Salvatore Buzzi (ancora detenuto dopo lo scandalo di Mafia Capitale).
Sempre nel 2006, l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, lo nomina nel consiglio d’amministrazione di AMA da dove si dimetterà il 24 novembre del 2008.
Dimissioni che lo ripagano, infatti, neanche un mese dopo, viene nominato dal neo sindaco Gianni Alemanno, Presidente di AMA Servizi Ambientali ed Ecoflora, ottenne un rinnovo del contratto da tre milioni di euro (due milioni in più di quello precedente).
Il 31 luglio del 2013 Nicola Zingaretti lo nomina commissario straordinario dell’Ater di Civitavecchia.
Ad agosto del 2015, durante uno dei tanti interrogatori, Salvatore Buzzi, tira in ballo Passerelli accusandolo di essere un tramite di Panzironi.
Il ras delle coop coinvolge a tutto tondo, nel suo racconto, il manager “rosso”Antonio Passerelli, candidato nel 2014 (secondo il Corriere della Sera) da Sel per una poltrona nel cda di Ama.
Nel 2006 l’ex sindaco Walter Veltroni lo aveva inserito nel cda di AMA in quota Rifondazione comunista (Sel ancora non esisteva).
Con i pm Buzzi denuncia un presunto conflitto d’interessi e dichiara di aver vinto la gara per la pulizia dei cimiteri insieme con la Ecoflora, «una cooperativa controllata da Passerelli».
Ma questa volta non fila tutto liscio.
Passerelli riferisce a Buzzi che «Panzironi vuole 100 mila euro e vi lascia i cimiteri (…) guarda che lui è vendicativo, se non accettate ti leva il subappalto del Verano».
Buzzi lo manda a quel paese e la 29 giugno perde l’affidamento.
Ma il ras delle coop capisce la lezione. O per lo meno questa è la versione per i pm che non hanno ancora chiuso l’inchiesta.
Due anni dopo Passerelli convoca Buzzi nel suo ufficio al cospetto di Panzironi.
L’argomento è la raccolta delle foglie. L’ex ad di Ama chiede un’ulteriore mazzetta da 50mila euro. Buzzi prende tempo e allora Passerelli lo incalza al telefono: «Guarda falla, perché col Verano che ti è successo?». E lo convince a pagare. Ma quanta verità c’è nelle accuse di Buzzi al suo vecchio mondo di riferimento, l’arcipelago della sinistra?
Difficile saperlo ma, il manager tanto caro ai “compagni” nonostante il suo nome sia di fatto così compromesso, incassa una proroga da Zingaretti a commissario straordinario dell’Ater che scadrà alla fine di settembre prossimo.
I suoi legami con Sel sono forti anche su Civitavecchia e, come vedremo, ci saranno delle cose un po’ stranucce sulle quali, inevitabilmente, la magistratura vuole fare chiarezza.
Basti pensare che ha fatto trasferire, nel mese di dicembre 2015, 17 milioni di euro dal conto di tesoreria dell’ATER a Banca Popolare di Milano – Agenzia di Montecitorio.
Il trasferimento è stato effettuato a seguito di una gara bandita nel mese di luglio 2015. Era urgente, serviva per mettere in sicurezza il deposito presso Banca Marche. Quest’ultima era in piena crisi insieme a Banca Etruria e quindi c’era il rischio di perdere tutti i soldi (dicevano).
Tuttavia nonostante il salvataggio di Banca Marche effettuato dal “compagno” Renzi e le informazioni rese in merito dalla Banca d’Italia in data 22 novembre 2015, che garantivano pienamente i titolari di depositi di conto corrente, il trasferimento è stato comunque effettuato.
Per l’ATER, che non avrebbe avuto più problemi a lasciare i soldi a Banca Marche, con questo passaggio si è concretizzato un danno economico di oltre 120 mila euro di mancati interessi attivi. (aggiudicazione BPM)
Intanto Banca Marche continua a tenere la tesoreria dell’Ater di Civitavecchia in quanto, l’ultimo bando, pare sia stato annullato per un difetto sull’unica offerta giunta (Banca Marche) e quindi chiuso senza esito.
Noi per non sbagliare pubblichiamo sia la determina del “senza esito” che la replica di Banca Marche.
Tutto questo avviene a Civitavecchia senza che nessuno si accorga di niente ed è per questo che, nella prossima puntata, racconteremo di come si è arrivati al programma di acquisto aree e immobili all’irrisoria cifra di 6 milioni e 400 mila euro.
Come mai il sindaco Cozzolino non ha detto una sola parola su queste vicende? Forse non ne era a conoscenza? E il suo assessore Pantanelli?
–segue