FROSINONE – Riceviamo e pubblichiamo: Con provvedimento di ieri mattina la 3°sezione penale del Tribunale di Roma, in funzione del Tribunale della libertà, ha disposto l’annullamento dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita dalla Procura del Tribunale di Frosinone in data 14 luglio nei confronti del leader di Più Italia, accusato di calunnia e molestie.
Per il Presidente nazionale Pignalberi, difeso dall’Avv. Mariano Giuliano del Foro di Cassino, è stata disposta l’immediata rimessione in libertà, sulla base della sussistenza di elementi probatori rilevanti che hanno completamente smontato l’impianto accusatorio.
Secondo quanto emerso, la misura cautelare degli arresti domiciliari sarebbe stata disposta dall’accusa, senza considerare la sussistenza di ben due relazioni di servizio, una proveniente dal Maresciallo del Comando provinciale dei Carabinieri di Frosinone, l’altra da un agente in servizio, trasmesse alla Procura di Frosinone, comprovanti una ricostruzione dei fatti, completamente diversa, rispetto a quella delineata dalle persone che hanno dichiarato di essere state molestate e inseguite dall’autovettura condotta del Pignalberi, al termine del pranzo del giorno 11 maggio.
Secondo i Carabinieri del Comando provinciale di Frosinone, sarebbe stata proprio la Mercedes, condotta dalla donna, a inseguire da Piazza Caduti di Via Fani Frosinone, la Bmw con a bordo il Pignalberi e a sorpassare a ridosso della Caserma di Via Mazzini, l’autovettura del Pignalberi, accedendo abusivamente al Comando provinciale dei Carabinieri.
La difesa ha messo alla luce la contraddittorietà e la completa difformità alla realtà della versione dei fatti raccontata dalle donne, oltre ad essere smentita da quanto è stato riferito dal carabiniere nella nota esplicativa, inviata alla Procura di Frosinone.
In particolare, l’agente in servizio riferiva che la donna a bordo della Mercedes, giustificava l’accesso abusivo alla caserma, adducendo di voler chiedere informazioni per presentare una querela per truffa, ma nulla diceva riguardo alle molestie che presumibilmente il Presidente avrebbe posto nei suoi confronti. Il carabiniere in servizio dichiarava espressamente altresì di aver visto la Mercedes, uscire dalla Caserma e inseguire di nuovo il Pignalberi, prendendo la sua stessa direzione verso Frosinone centro.
Ma le relazioni di servizio del Comando provinciale dei carabinieri di Frosinone, le foto scattate al ristorante che attestano che gli stessi querelanti hanno raggiunto il Pignalberi, già presente presso il locale, le perizie tecniche con le quali si è ricostruito perfettamente il percorso del leader di Più Italia nella fascia oraria 15.00-16.30 da Piazza caduti di Via Fani fino a Frosinone alta, mediante l’estrapolazione del GPS del telefono in uso al Pignalberi, nonché la relazione tecnica del consulente incaricato, hanno confermato l’insussistenza di tutti i fatti contestati al Presidente di Più Italia, oltre che l’autenticità dei sms di minacce inoltrati dalle donne allo stesso, tanto che è stato proprio il Presidente a consegnare di sua spontanea volontà il telefono alla Procura di Frosinone, durante l’interrogatorio di garanzia del 16 luglio scorso.
Proprio ieri, era stato fissato dalla Dott.ssa Barbara Trotta, alla presenza delle parti, il conferimento dell’incarico al CTU, per periziare il cellulare consegnato dal Pignalberi.
Per il legale Avv. Giuliano: “Una vittoria che arriva proprio nel giorno del suo compleanno”.