La denuncia di Laura Corrotti (Lega): ‘Sinistra aumenta tasse invece di ridurle, esenzione congelate’. Sul piede di guerra anche il sindacato Cgil di Roma e del Lazio. Che conferma la “mazzata” per i redditi più bassi dovuto alle scelte della giunta di centrosinistra, ormai sempre più lontana dai bisogni della gente
ROMA – Brutta sorpresa sotto l’albero di Natale per i cittadini laziali. Il Fondo per la riduzione per la pressione fiscale oggi vale 130 milioni di euro di euro contro i 344 milioni del 2020.
E’ quanto si evince dalla proposta di legge n. 320 (Stabilità regionale 2021) presentata in Commissione Bilancio in questi giorni. Con questo fondo, nel 2020, 2 milioni di persone sono state esentate dalle addizionali regionali, attraverso la sterilizzazione ai contribuenti con reddito sotto i 35mila euro lordi di euro della parte regionale di Irpef e Irap e il bollo auto.
Quando c’è da tagliare, la maggioranza guidata da Zingaretti sa bene dove colpire: il Fondo per la riduzione per la pressione fiscale. Quindi, tante persone che nel 2020 avevano pagato meno tasse, saranno costretti a subire un incremento della pressione fiscale.
La manovra, presentata alla Pisana da un imbarazzato Vice Presidente Leodori, ha suscitato le reazioni della consigliera leghista, nonché Vice Presidente della Commissione Bilancio, Laura Corrotti, che ha dichiarato all’Ansa: “Sinistra aumenta tasse invece di ridurle, esenzione congelate.
Purtroppo quest’anno sotto l’albero di Natale i cittadini del Lazio troveranno un regalo davvero difficile da digerire. Infatti nella legge di bilancio 2022 è previsto che le esenzioni per chi aveva un reddito fino a 35.000 euro ed era esentato dal pagamento dell’aliquota aggiuntiva Irpef, dell’Irap e della Tassa automobilistica siano congelate per almeno quattro mesi, termine entro il quale il consiglio regionale dovrà decidere cosa fare del fondo di 130 milioni stanziato dalla giunta, invece dei 344 milioni del 2021, in attesa che la Corte dei Conti decida sulla impugnativa alla parifica presentata dalla regione e che il Governo definisca il Fondo di coesione. In pratica, il fondo taglia tasse è stato ridotto di due terzi e le esenzioni sono state congelate – conclude Corrotti -. E a confermarlo è la reprimenda durissima fatta dai sindacati oggi in commissione bilancio nei confronti della giunta regionale.
Insomma, Zingaretti va in giro a vantarsi di aver ridotto le tasse ma in realtà le ha semplicemente aumentate. Viene quasi da pensare che il capitano e la sua ciurma stiano abbandonando la nave prima che affondi”.
A confermare le parole della Corrotti e la scellerata scelta di Zingaretti e i suoi boys sono arrivate, come ricordato anche dalla consigliera leghista, le dure parole del sindacato (non certo vicino all’opposizione) CGIL. “Reputiamo grave che su questo tema non ci sia stato finora nessun confronto – sottolineano dalla Cgil di Roma e del Lazio – e non ci sia stata nessuna disponibilità a lavorare congiuntamente per modificare la proposta di bilancio che andrà in discussione nei prossimi giorni in aula. In audizione, abbiamo chiesto che vengano aumentate le risorse per finanziare il fondo ed evitare che nel 2022 si registri un aumento delle addizionali per i redditi da lavoro e da pensione fino a 35 mila euro”.
Secondo la Cgil di Roma e del Lazio, sulle politiche di bilancio l’ente regionale compie “una scelta sbagliata che non trova nessuna giustificazione, anche alla luce della fuoriuscita della Regione Lazio dal commissariamento della sanità.
Quest’anno, dopo dieci anni di attesa, ci aspettavamo che le addizionali venissero ridotte, sicuramente non aumentate. Ricordiamo che il Lazio ha le aliquote addizionali regionali più alte d’Italia: un reddito di 28 mila euro nel Lazio pagherà così il 2,73 per cento di addizionale regionale contro l’1,23 per cento del Veneto, l’1,43 per cento della Toscana, l’1,58 per cento della Lombardia, con una maggiore tassazione che potrebbe arrivare fino a 250 euro in più l’anno”.
Proteste bipartisan, dunque, per l’ennesimo provvedimento della Giunta Zingaretti che, dopo la batosta della Corte dei Conti sulla parifica, cerca di mettere una toppa penalizzando i redditi più bassi in un momento delicato per il Paese e in concomitanza di un importante aumento del costo della vita.