TARQUINIA – Il confrontare direttamente Alberto Burri e Lucio Fontana non è inedito. Già nel 1966 il Museum of Modern Art di New York proponeva una mostra che accomunava i due artisti eleggendoli come i più significativi esponenti dell’avanguardia italiana.
In Italia la prima mostra che accomuna i due Artisti è del 1996 al Museo Pecci di Prato e vede come curatore Bruno Corà. Nel 2010 la mostra della Fondazione Puglisi Cosentino di Catania con opere dei due Artisti che spaziano dal 1947 al 1993 e con saggio introduttivo del catalogo di Bruno Corà.
Le ragioni dell’accumunare Burri e Fontana non sono solo dovute al fatto di essere i più importanti artisti italiani riconosciuti tra i maestri dell’informale internazionale.
Anche se i due artisti sono anagraficamente separati da quasi una generazione, le loro biografie presentano significative similitudini: esempio concreto la partecipazione alla guerra con la conseguente decisione di cambiare professione preferendo dedicarsi totalmente all’arte.
Per lungo tempo furono gli artisti più criticati per le novità scandalose e scioccanti delle loro produzioni artistiche.
Le “Muffe” e i “Catrami”, per giungere ai “Sacchi”e ai “Gobbi”, per finire con le “Combustioni” e i “Cretti” sono le produzioni più significative di Burri esposte nelle collezioni permanenti dei più importanti musei d’arte contemporanea di tutto il mondo, oltre che a Palazzo Albizzini e ai Magazzini del Tabacco a Città di Castello, sede della Fondazione Burri.
Altrettanto, i “Concetti spaziali”, siano essi le sculture o i “Buchi” e i “Tagli “, oppure gli “Ambienti”, le “Nature”, i “Quanta” e i “Teatrini” sono le opere più significative di Fontana a cui sono dedicate sale personali nei più grandi musei internazionali d’arte contemporanea.
L’aspetto centrale e accomunante della parte più significativa della loro opera è l’intervento diretto e violentante sulla materia siano esse le Combustioni e i Cretti di Burri o gli Strappi, i Buchi e i Tagli di Fontana.
Allo stesso modo i due Artisti hanno operato con le loro produzioni seriali su carta suscitando in un mondo, quello della stampa d’arte per il quale un foglio con una sgualcitura o macchiolina veniva completamente squalificato, il medesimo scandalo.
La Casa Museo di Tarquinia che ospita la Collezione Peruzzi, la più importante raccolta di opere seriali dell’arte italiana contemporanea, è visitabile gratuitamente su appuntamento www.collezioneperuzzi.it