NEPI – Litio nel sottosuolo di Nepi. Sembrerebbe di sì, ecco perché è iniziato un procedimento amministrativo presso la Regione Lazio per eseguire dei sondaggi nei territori dei comuni di Nepi e Campagnano di Roma su un’area di oltre 1200 ettari di origine vulcanica sita tra i due Comuni.
”La comunicazione – ha spiegato il primo cittadino Franco Vita – è avvenuta ufficialmente tramite una lettera della Regione Lazio che verrà pubblicata sugli organi ufficiali e di trasparenza del nostro Comune per consentire a privati ed Enti pubblici di presentare le proprie osservazioni entro 30 giorni come previsto per legge”.
Al tempo stesso non nasconde la sua preoccupazione il sindaco Vita per le ripercussioni che eventuali scavi potrebbero avere sulle preziose fonti naturali, per questo tiene a rassicurare i suoi concittadini: ”Della richiesta ho interessato la società Acqua di Nepi per verificare se esistono eventuali interferenze con le sorgenti minerarie Antiche Terme dei Gracchi e Etruria.
Contemporaneamente sto chiedendo spiegazioni ed informazioni all’Istituto di Geofisica per essere informato delle eventuali interferenze dell’attività con l’ambiente. Nel prossimo Consiglio Comunale relazionerò in base alle informazioni ricevute, fermo restando che entro i 30 giorni previsti il Consiglio sarà chiamato ad esprimere il suo parere sulla base della documentazione acquisita”.
L’uso del litio è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi decenni, per via della diffusione di dispositivi elettronici mobili e dei veicoli elettrici, anche se il suo impiego industriale su scala mondiale è legato per oltre il 70%al settore delle batterie ricaricabili. Inoltre, questo metallo alcalino è indispensabile per realizzare la transizione energetica e la decarbonizzazione. Si stima, infatti, che nel prossimo ventennio la sua domanda crescerà in modo vertiginoso. Ecco di fatto spiegato l’interesse crescente di queste società di reperirne sempre di più nel sottosuolo.