Viterbo, “L’acqua non è una risorsa illimitata”. La sua salvaguardia durante un incontro all’Unitus

 VITERBO – La salvaguardia dell’acqua e dei bacini idrici è stato il focus dell’ incontro che si è svolto all’Unitus per discutere di “Acqua bene essenziale”, che  crisi climatica ed  errati comportamenti umani stanno mettendo in serio pericolo. 

I lavori sono stati aperti dal saluto del professor Danilo Monarca direttore del Dipartimento DAFNE della Università degli Studi della Tuscia- Unitus, sono poi seguiti gli interventi di Famiano Crucianelli – presidente del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, del prof. Roberto Mancinelli – professore  del Dipartimento Dafne- Unitus e  presidente  del comitato scientifico del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, della dott.ssa Antonella Litta– referente  dell’Associazione  medici per l’ambiente- ISDE, del professor Giuseppe Nascetti – emerito di Ecologia presso il Dipartimento DEB- Unitus.

Sono oltre 2 miliardi le persone non hanno accesso all’acqua potabile con il rischio di compromissione del loro stato di salute. La  scarsa disponibilità di questo bene essenziale, sta determinando scontri sociali ed economici verso l’accaparramento di risorse.
Antonella Litta dell’Isde, ha parlato di razionalizzazione, salvaguardia e risanamento di ecosistemi e bacini idrici utilizzati per approvvigionamento di acque potabili, con il miglioramento del sistema degli acquedotti, del trattamento delle acque reflue e con il loro riciclo, sostenute da concrete politiche di tutela e risanamento ambientale. ed ha ricordato che “l’acqua non è una risorsa illimitata e la sua disponibilità si sta riducendo”. E il maggiore accaparramento è riservato al settore agricolo che in tutto il mondo consuma  il 70% di acqua dolce, proveniente da laghi, fiume e falde sotterranee. Anche in Europa e in Italia dove si assiste a periodi sempre più prolungati di siccità. L’acqua dolce sulla faccia della terra è infatti circa solo il 3% del totale e dovrebbe essere protetta con il risparmio e la razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici . Nell’Unione europea la percentuale di consumo è di circa il 30 % ma essa può raggiungere l’80% in alcune aree del sud dell’Europa che hanno un sistema economico fortemente incentrato sull’agricoltura.

Nei paesi del terzo mondo, con già grave penuria di acqua, addirittura il 90% dell’acqua disponibile viene impiegato nelle coltivazioni e negli allevamenti rendendo ancora più drammatico l’approvvigionamento di acqua ad uso potabile per le popolazioni.

In particolare per il  lago di Vico, Isde di Viterbo ripropone gli interventi necessari ed urgenti per avviare il risanamento dell’ecosistema del lago  e tutelare così la salute delle persone e in particolare dei bambini:

  • cessazione della captazione di acqua dal lago di Vico e contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico;
  • avvio in tempi rapidi di una drastica riduzione, fino alla completa abolizione, dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago di Vico con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole in essa presenti;
  • costante controllo e periodica verifica di tutti gli scarichi fognari delle utenze private e pubbliche poste in prossimità del lago;
  • bonifica definitiva ed effettiva del deposito militare Nbc di Ronciglione;
  • intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno e in prossimità della Riserva regionale del lago di Vico;
  • costante e approfondito monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre;

  • biomonitoraggio per contaminazione da sostanze inquinanti della fauna lacustre, della flora lacustre e in particolare per le piante di nocciolo coltivate in prossimità del lago;
  • informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione;
  • inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini;
  • screening gratuiti per le popolazioni esposte al cosiddetto “effetto cocktail” determinato dall’esposizione contemporanea a più cancerogeni e sostanze tossiche presenti nelle acque del lago, anche se entro i limiti di legge, in particolare: cianobatteri, microcistine algali, arsenico, metalli pesanti e pesticidi…”.
 Famiano Crucianelli  ha evidenziato la necessità di controlli sui pozzi e sulle pompe che succhiano acqua dai corsi d’acqua verso un ‘irrigazione che segua un criterio e l’ estensione del  metodo biologico che salvaguardia i terreni anche dai cambiamenti climatici.

Recupero alla potabilità delle acque del lago di Vico. Il che vuol dire mutazione del sistema di produzione dei noccioleti che assediano il lago di Vico e quindi recupero della qualità delle acque.  Realizzare, invasi per recuperare l’acqua piovana che diversamente andrebbe dispersa e depurazione delle acque reflue come risorsa possibile.  La proposta operativa del presidente Crucianelli: “Chiediamo alla regione e in primo luogo all’assessorato alla Transizione ecologica di costruire insieme al Biodistretto un progetto, una task force per realizzare nel  territorio una sperimentazione sull’uso, sulla tutela e sul recupero di quel bene assoluto che è l’acqua. In questo progetto sarebbe di grande significato anche il coinvolgimento e il protagonismo degli altri due Biodistretti del viterbese quello del  lago di  Bolsena e quello maremma etrusco e monti della Tolfa .Infine vorrei sottolineare che la povertà dell’acqua evoca un altro grande problema, ovvero l’energia e in particolare la rinnovabile idroelettrica. Questa difficoltà ulteriore deve spingerci – se vogliamo contrastare le cause del “cambiamento climatico” a fare non un passo indietro verso le energie fossili, ma tre passi avanti verso le rinnovabili, in particolare verso le comunità energetiche che è una delle nostre missioni.”