Un insieme di comuni per la capitale della cultura 2025. Da San Tommaso che unisce i comuni di Roccasecca ed Aquino, a San Benedetto, all’Abbazia di Montecassino, ad Aquinum, a Cicerone e via dicendo
ROCCASECCA – Riceviamo e pubblichiamo: Possono bastare poco più di cinque anni ad un sindaco per contagiare i suoi colleghi con la sua visione globale di un territorio spezzettato nella programmazione e nella progettazione?
A quanto pare, sì.
E’ il 2016 quando un giovane avvocato, con soli cinque anni di esperienza tra i banchi dell’opposizione, è eletto ad amministrare Roccasecca, ereditando una patata bollente come poche: la discarica di Cerreto.
E così, mentre è impegnato a cambiare volto al proprio comune, cercando e riuscendo a tirare fuori tutto il potenziale del suo paese rimasto sepolto da decenni di ordinaria amministrazione, Giuseppe Sacco si impone come obiettivo la chiusura della discarica di Cerreto.
Ci riesce nel 2021 a 4 anni dall’inizio del suo mandato.
Ma come arriva a questo risultato?
Ci arriva innanzi tutto impegnando tutte le sue forze e spendendo tutte le sue energie. E’ talmente convinto che solo chiudendo la discarica si possa iniziare a pensare alla sua città in modo diverso, che mette in campo tutta l’artiglieria.
Non per ultimo, capisce che la battaglia che si sta combattendo contro forze ben più armate, si può vincere coinvolgendo il territorio circostante.
Perché la discarica insite nel suo comune, ma chi non sa che è tutta la zona a subirne le conseguenze ed e tutta la zona ad essere etichettata come quella in cui si smaltiscono rifiuti!?
Inizia quindi a coinvolgere i suoi colleghi e le altre istituzioni cercando di contagiarli in quella che comincia a palesarsi insistentemente: la visione globale del territorio.
Non senza destare qualche perplessità: in fondo per chi è aggrappato a difendere il suo orticello, le idee del sindaco Sacco sembrano essere un po’ fuori dagli schemi, se non addirittura il frutto della frenesia di un fanatico che si è messo in testa di fare strada imponendosi sugli altri.
Imperterrito va avanti, fino a costringere Palazzo Chigi ad intervenire per ben due volte.
Alla fine la spunta: il 2 aprile del 2021 la discarica di Roccasecca è chiusa.
Con tanto di beneficio per tutto il territorio che può cominciare a pensare che il futuro è ben diverso da quello che è stato tracciato ed imposto da altri e che il territorio non è quello che smaltisce rifiuti ma quello ricco di storia, cultura, arte e tradizioni.
E quindi messa da parte la patata bollente, ora c’è da azzerare tutto e ricostruire.
Ovviamente, per chi ormai si è messo in testa che Roccasecca e tutti i comuni circostanti possono e devono ripartire proprio dalla discarica per costruire un futuro diverso, c’è solo da individuare qual è il percorso da intraprendere.
Giuseppe Sacco, che pare non riposare neanche quando dorme, si butta a capofitto nella nuova sfida: la Green Valley.
Ecco, ora si è messo in testa di coltivare la canapa industriale, hanno pensato in molti. Perché la stessa idea non è venuta a me, hanno pensato altri.
Ma lui ha una visione d’insieme e lo dimostra nel momento in cui a braccetto con il Cosilam, coinvolge nel progetto l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, nonché gli industriali.
Perché con la coltivazione della canapa industriale proprio nella zona in cui insisteva la discarica di Cerreto, non solo si depurano i terreni da eventuali contaminazioni, ma si apre uno scenario di sviluppo dell’industria inimmaginabile fino ad ora. E lo si fa attraverso la creazione della bioplastica che, come è noto, può essere impegnata in svariati settori dell’industria. Ma soprattutto si tratta di un progetto in grado di lanciare l’intero territorio verso una nuova visione dell’agricoltura capace di attrare gli investitori che credono nell’ecososenibilità.
Beh, significa nuove industrie, nuove speranze per i giovani e non per quelli di Roccasecca ma per quelli di tutto il territorio.
Forse la visione di Sacco è quella giusta. Forse è quella da sposare, forse è proprio il caso di salire su questo carro.
Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio…
Ecco che questo sindaco sorprende tutti con la candidatura di Roccasecca a Capitale della Cultura italiana 2025. Ancora una volta la visione di Sacco non è quella della candidatura della sola Roccasecca, ma di un intero territorio che deve rimboccarsi le maniche per tirare fuori tutto quanto c’è di meglio per proporsi all’Italia.
Da San Tommaso che unisce i comuni di Roccasecca ed Aquino, a San Benedetto, all’Abbazia di Montecassino, ad Aquinum, a Cicerone e via dicendo. Programmare insieme, lavorare in sinergia: la sfida, la grande sfida è di tutti.
Un intero territorio che ha l’opportunità irrepetibile di recuperare, valorizzare e far conoscere le sue bellezze. Un territorio che, comunque vada, ne beneficerà a livello turistico, economico, sociale e chi ne ha più ne metta.
Forse questo sindaco c’ha visto davvero bene. Forse la chiave vincente per risollevare una volta per tutte questa parte d’Italia dalle immense potenzialità poco sfruttate è proprio quella di Sacco. Il sindaco che molto semplicemente ha dato un calcio alla vecchia ed obsoleta politica del proprio orticello.
Il sindaco dalla visione unica del territorio che sa immaginare un futuro diverso, il sindaco che alla fine ha saputo contagiare tutti i suoi colleghi, anche quelli più reticenti.