L’ex sindaca un anno fa aveva autorizzato il conferimento in discarica per rifiuti provenienti dai TM, ritenuti dalla legge e dal Direttore di Arpa “non a norma”. Oggi il M5S fa le barricate sul termovalorizzatore ma ad Albano hanno buttato immondizia soggetta solo a tritovagliatura
ROMA – Roberto Gualtieri, in qualità di sindaco metropolitano di Roma Capitale, ha firmato l’ordinanza per la riapertura della discarica di Albano Laziale, permettendo così agli impianti di trattamento dei rifiuti di avere lo sbocco per la chiusura del ciclo.
Atto che presenta enormi differenze con quello firmato un anno fa da Virginia Raggi. Quella del NO al termovalorizzatore ma del SÌ al conferimento in discarica di rifiuti non a norma, e della riapertura dell’impianto senza le dovute garanzie post mortem.
Un cambio di passo netto dell’attuale amministrazione che ha eliminato le molteplici incongruenze (ad essere buoni) della precedente giunta grillina.
Il provvedimento di Gualtieri, che dura fino al 15 novembre 2022, dovrebbe dare respiro alla raccolta dei rifiuti della capitale.
Il Comune e AMA, scontrandosi con la carenza cronica di impianti nella regione, dovuta anche ad un Piano rifiuti inadeguato, hanno affrontato gli ultimi mesi in piena emergenza, anche prima dell’incendio che ha colpito Malagrotta.
E’ evidente, infatti, che il sequestro della discarica di Albano da parte della Procura di Velletri causa la mancanza delle garanzie post mortem, avvenuto a marzo scorso, ha creato un corto circuito impressionante.
Lasciando l’intera regione con un’unica discarica a disposizione: Viterbo. Questa carenza impiantistica ha prodotto l’invio degli scarti nelle discariche fuori regione con un aumento dei costi e delle tasse per i cittadini.
L’ordinanza di Gualtieri, a differenza del precedente atto della Raggi del 2021, fissa dei paletti sul conferimento dei rifiuti provenienti dai TM. Li esclude perché gli stessi non sono conformi alle leggi vigenti.
Ricordiamo che prima del conferimento in discarica, i RUR (rifiuti urbani residui) vengono trattati in appositi impianti di trattamento, nell’ottica di ridurre per quanto più possibile il volume di materiali conferiti in discarica.
In particolare, i RUR raccolti vengono trattati in appositi impianti che, possono essere raggruppati in tre categorie: Impianti di Trattamento Biologico Meccanico (“TBM”), in cui il processo di essicamento aerobico dei rifiuti avviene prima della vagliatura meccanica; Impianti di Trattamento Meccanico Biologico (“TMB”), in cui il processo di essicamento aerobico dei rifiuti avviene dopo la vagliatura meccanica; Impianti di Trattamento Meccanico (“TM”), che non dispongono del processo di essiccatura biologica e svolgono solamente una tritovagliatura dei rifiuti (ossia senza la produzione separata di reflui da materiale organico).
Nell’Ordinanza del 2021 “made in Raggi”, i rifiuti conferiti nella discarica di Albano Laziale arrivavano soprattutto dagli impianti TM. I cosiddetti “impianti di falso trattamento”.
Questi, infatti, come ribadito anche nella recente Delibera dell’Antitrust del 30 novembre 2021, non “trattano” il rifiuto, ma svolgono solamente una tritovagliatura dei rifiuti.
Quanto detto è stato, inoltre, sottolineato e confermato dall’attento direttore di Arpa, Marco Lupo, che nella recente inchiesta prodotta da “Report”, e trasmessa da Rai Tre, ha precisato che “I rifiuti conferiti nei TMB e nei TM sono ricchi di frazione organica che dovrebbe essere stabilizzata per poter essere conferita in discarica e che invece veniva stabilizzata in modo non adeguato”.
Va dato atto che, nell’atto firmato in questi giorni, il sindaco Gualtieri ha utilizzato una attenzione e senso di responsabilità apprezzabile, eliminando il conferimento dagli impianti TM perché non a norma.
Ricordiamo, inoltre, che quando la Raggi dispose la riapertura della discarica di Albano, la stessa, oltre ad essere gravata da interdittiva antimafia, era anche sprovvista della garanzia post mortem, tanto che l’11 marzo scorso la Procura di Velletri aveva disposto il sequestro dell’impianto.
Gualtieri, invece, prima di firmare l’ordinanza citata ha compiuto gli opportuni passi per mettere in sicurezza l’atto stesso e renderlo inattaccabile da interdittive e fideiussioni (poi presentate dalla società proprietaria dell’impianto).
Resta il nodo dei rifiuti “trattati” (si fa per dire) dagli impianti TM, che Gualtieri ha escluso dal conferimento di Albano, che continuano comunque ad operare nel territorio regionale.
Basti pensare che nel TM Ecosystem di Pomezia ad oggi vengono portati i rifiuti dei comuni di Pomezia, Albano Laziale, Lariano, Lanuvio, Genzano, Velletri, Marino, Castel Gandolfo, Ladispoli e Tivoli.
In quale discarica vengono portati i rifiuti trattati nel TM di Pomezia?
Il dubbio sorge spontaneo e tutte le strade sembrano portare a Viterbo.
Ci troviamo, dunque, di fronte a rifiuti che (giustamente) non vengono ritenuti idonei per il conferimento della discarica di Albano ma che vengono portati in altre discariche della regione Lazio. L’ennesimo controsenso (ad essere buoni) a cui hanno contribuito i grillini.
Gli stessi che oggi causano la crisi di governo per dire NO al termovalorizzatore a Roma ma che nel passato, con Virginia Raggi al vertice del Campidoglio e della città Metropolitana, hanno autorizzato lo sversamento di rifiuti non a norma nella discarica di Albano Laziale.