Si sente più spesso parlare di robot o meglio di “BOT”; abbiamo quelli che rispondono in modo automatico al posto dei servizi clienti, così da velocizzare alcune pratiche, ci sono quelli che ti aiutano ad usufruire di determinati servizi e ora si parla sempre più spesso di AI Copywriting, ovvero di alcuni BOT in grado di redigere testi originali e completi semplicemente compilando alcuni campi tra cui la parola chiave. I copywriter, gli articolisti e i giornalisti resteranno senza lavoro? Facciamo una panoramica su come potrebbero andare le cose nel mondo della scrittura digitale.
A parlare di AI per copywriting è il giornale aggregatore online La Città News che ha affrontato l’argomento della preparazione di articoli e redazionali di cronaca e attualità; conosciuto per essere un aggregatore con algoritmo multi argomento indipendente è noto per essere un’ottima fonte di informazione.
Il boom del copywriting
Il lavoro del copywriter è sempre esistito; si occupava in passato di campagne pubblicitarie, payoff, naming e molto altro ancora. Nel tempo si è evoluto adattandosi al settore digitale. Tra le mansioni più recenti troviamo la scrittura di brevi testi per social e campagne pubblicitarie o la redazione di articoli, guest post e blog post. Questa figura, inizialmente attaccata dalla classe giornalistica che si è sentita “minacciata”, si è poi integrata nel mondo del lavoro mostrando alcune differenze come l’abilità di scrittura persuasiva, le competenze SEO per il posizionamento dei contenuti e ancora molte altre specialistiche.
Questo settore è attualmente messo in pericolo dall’evoluzione tecnologica data dai bot studiati per essere in grado di produrre contenuti sintatticamente corretti e in linea con determinate regole SEO.
Che il mondo del lavoro sia continuamente in subbuglio e che, soprattutto nel digitale, sia tutto in veloce movimento non è certo una novità ma le tante persone che si sono formate sapranno reagire a questa introduzione?
La scalata del primo testo in AI
Dopo il lancio dei primi BOT in grado di scrivere testi c’è stato scetticismo; chiaramente i primi esperimenti non sono stati un successo e questo ha lasciato che questa tecnologia restasse per un po’ in un angolo. Le cose però sono cambiate: gli sviluppatori sono andati a risolvere bug e ora riescono a dare ottimi risultati tanto che c’è un primo traguardo importante.
A raccontare il caso di studi è Liam Porr, articolista e studente di informatica di Berkeley noto al web con lo pseudonimo di Adolos. Ha svelato in una intervista che i suoi pezzi non sono scritti da lui ma dall’intelligenza artificiale. I suoi articoli, scritti per mano di questa AI ancora in fase sperimentale, sono ben posizionati, scritti in modo corretto e davvero utili per l’utente.
A parte tutti questi lati positivi, dobbiamo sottolineare alcune mancanze a cui i BOT (almeno al momento) non sono arrivati:
– Emozione. Un copywriter riesce ad emozionare, un copy scritto in modo automatico può rispondere a regole SEO ma non a quelle del cuore.
– Empatia. Anche questa emozione umana non è semplice da insegnare ad un robot; basti pensare che anche molti individui ne sono sprovvisti.
– Personalità. Un AI non avrà personalità, non riuscirà ad inserire i tratti unici che un copy potrebbe utilizzare.
I testi generati da algoritmi saranno il futuro del marketing online? In un certo senso diventeranno uno strumento per smaltire i lavori ma non sostituiranno del tutto il lavoro del copy che dovrà comunque continuare a puntare su storytelling ed emozione per riuscire a persuadere.
Tecnologia: AI Copywriting: quando i testi li scrive un BOT