Sono 98 le forze politiche che hanno presentato il simbolo al Viminale per le elezioni politiche 2022. I contrassegni sono 101, perché Pd. Italia democratica e progressista ha presentato un simbolo leggermente diverso per le circoscrizioni estere (la scritta Italia democratica e progressista è in corsivo invece che in stampatello). Alleanza Verdi Sinistra ha inoltre presentato simboli in lingua tedesca e slovena per le circoscrizioni di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Nel 2018 i simboli depositati furono 103.
Sulla bacheca del Viminale è comparso un simbolo che si richiama al presidente del Consiglio Mario Draghi, presentato per tutte le circoscrizioni italiane della Camera. Il simbolo ha la scritta Italiani con Draghi. Rinascimento.
Ignoti per ora il nome del presentatore e del capo politico. A Palazzo Chigi affermano di non sapere nulla. La presentazione di un simbolo che riporta un nome senza il consenso del diretto interessato viola la regolamentazione di trasparenza. Di conseguenza, il simbolo potrebbe essere annullato dal ministero dell’Interno e non ammesso.
“Quest’anno ci sono stati meno personaggi curiosi che hanno presentato il simbolo: alcuni di questi sono effettivamente nuovi, altri invece sono già consolidati, come Mirella Cece, depositaria e fondatrice del Sacro Romano Impero Cattolico” analizza all’Adnkronos Gabriele Maestri, giurista ed esperto di simboli, nonché curatore del sito I simboli della discordia, osservando come ci sia anche una “discreta simbologia della Prima Repubblica che resiste“.
“Ci sono poi dei simboli ufficiali collettivi – continua Maestri – che correranno alle elezioni legati alla possibilità dell’esenzione dal raccogliere firme o per cercare di raggiungere il 3% come Noi Popolari, ma anche Centro Democratico di Tabacci che ha permesso di non raccogliere firme a Impegno Civico di Di Maio, oppure Azione di Calenda che può presentarsi alle elezioni grazie a Italia Viva. Abbiamo inoltre simboli consolidati degli ultimi anni, come la Lega, e altri, penso a quello di Forza Italia, che hanno apportato una modifica significativa: il partito di Berlusconi ha infatti inserito il partito popolare europeo nel simbolo: non è mai accaduto che ci fosse un riferimento europeo in una competizione nazionale“.
“Probabilmente – afferma Maestri – avremo 14/15 liste finali sulla scheda elettorale. Il Pd, Impegno Civico, Più Europa, Alleanza Verdi sinistra, Fi, FdI, Lega, il Terzo polo di Calenda, Noi Moderati, il Movimento Cinque Stelle. Quasi sicuramente ci saranno anche Unione Popolare, Alternativa per l’Italia, Italia Sovrana e Popolare, Noi di Centro Europeisti e forse Italexit. È la prima volta invece – nota – che vedo pochi simboli locali e regionali, per esempio non vedo simboli siciliani. Né segni autoritari o fascisti né simboli religiosi, forse un po’ problematica la ghigliottina di Panzironi“.