L’assemblea legislativa, nell’approvare la manovra di bilancio, respinge la proposta del M5S di aumentare i canoni idroelettrici pagati dalle multinazionali
PERUGIA – “Durante la discussione sulla manovra di bilancio della Regione è stato bocciato l’emendamento al Bilancio presentato dal Movimento 5 Stelle per restituire decine di milioni di euro agli umbri, aumentando i canoni per lo sfruttamento delle concessioni idroelettriche in modo da reperire risorse da destinare al welfare regionale”. Lo denuncia il capogruppo a Palazzo Cesaroni, Andrea Liberati, spiegando che la proposta ha visto il voto “ferocemente contrario della presidente della Giunta, Catiuscia Marini, e dell’assessore all’ambiente, Fernanda Cecchini. L’orientamento negativo di Raffaele Nevi (FI) e Fabio Paparelli (assessore) e molte astensioni, che equivalgono a voto contrario. La sola apprezzabile riflessione di segno opposto è stato il voto favorevole del consigliere di maggioranza Attilio Solinas (Pd)”.
Liberati spiega che, in conseguenza della bocciatura, “i 150 milioni finiranno anche quest’anno nei soliti paradisi fiscali et similia: qui avrebbero invece alleviato davvero i più deboli, dando un reddito concreto a decine di migliaia di umbri, riattivando il circuito economico regionale. Inoltre, ai territori toccati dagli impianti vanno solo bricioline: tuttavia neppure i sindaci si muovono, come se gestissero un condominio e non intere città. Come che sia, non parla affatto la presidente Catiuscia Marini, viceversa ben attenta su temi a lei più congeniali”.
“Anziché cercare di restituire agli umbri il patrimonio loro proprio – aggiunge il consigliere di opposizione – numerosi consiglieri regionali hanno consentito, ancora una volta, che la rapina di certe multinazionali potesse proseguire. Per questo il gruppo M5S invita gli umbri ad alzare la cornetta, telefonando presso gli uffici di consiglieri e assessori regionali: chiedete loro se hanno capito cosa stessero votando. Chiedete loro perché, senza alcuna logica, hanno nuovamente dimenticato i cittadini, di fatto avvantaggiando le multinazionali dell’idroenergia: i consiglieri regionali sono riccamente pagati per fare gli interessi della gente. In questo modo, invece, vengono favoriti soltanto quelli di colonizzatori parassitari mascherati da industriali che, in cambio di quattro spicci, utilizzano gratuitamente impianti costruiti dallo Stato, cioè con le fatiche dei nostri avi, sfruttando esclusivamente per loro stessi la nostra acqua”. (Acs)