Presidenza del CNR, scartato il vincitore: il Ministro sceglie il terzo classificato

Vincenzo Barone totalizza un punteggio di 95/110, Francesco Sette 92/100, mentre il “vincitore” soltanto 86/100 ex aequo con altri due candidati

Carissimi amici del Foglietto, molto gentilmente il Miur mi ha fatto avere gli atti del Comitato di Valutazione, che lo hanno portato a proporre la “cinquina” al Ministro per la nomina del Presidente del Cnr.

Vi avevo già scritto spiegando che la mia partecipazione alla competizione nasceva sopratutto dal desiderio di far notare che sono ancora vivo.

Malgrado l’assoluzione con formula piena in Appello e in Cassazione sono ancora sempre tenuto fuori da tutto. Esclusione totale iniziata nel 2010 quando cominciarono le mie ingiuste traversie giudiziarie.

Sapevo benissimo che non sarei risultato fra i papabili anche perché, come è stato ben evidenziato nei ben informati “corridoi sindacali”, la mia vicinanza al Foglietto e il supporto che non mi avete mai fatto mancare hanno ridotto drasticamente la mia credibilità presso il potere costituito, per il quale non mostrate mai l’adeguato rispetto.

Se ho contato bene, gli aspiranti al massimo ente di ricerca italiano sono ventisei o, meglio, per quel che mi è dato sapere, ventisei sono stati quelli valutati.

Il Comitato ha operato attribuendo un massimo di 100 punti per ogni candidato: un massimo di 50 per le competenze scientifiche e altrettanto per le competenze gestionali.

I magnifici cinque, come risulta dalla relazione del Comitato di valutazione, sono risultati essere: Adriana Albini, Vincenzo Barone, Roberto Danovaro, Massimo Inguscio e Francesco Sette.

La prima cosa che emerge è che la medaglia d’oro spetta a Vincenzo Barone, che ha totalizzato un altissimo punteggio: 95/100. Quella d’argento, a Francesco Sette, a un soffio da Barone, con 92/100. La medaglia di bronzo va equamente divisa fra Adriana Albini, Roberto Danovaro e Massimo Inguscio, con 86/100.

La Ministra ha poi scelto come presidente del Cnr Massimo Inguscio, attingendo dal pool bronzeo.

Avrà avuto i suoi buoni motivi e non mi permetterò certo di criticare le decisioni di un Ministro. Solo gufi maligni e livorosi possono ricercare le ragioni della scelta di terzo livello, bronzo, sul fatto che Inguscio è professore all’Università di Firenze. Che diamine: l’Università di Firenze, mica la Leopolda!

Visto che la scelta è caduta sulle terze scelte sarebbe stato bellissimo, a mio avviso, che fosse stata nominata Adriana Albini. Ha avuto la stessa valutazione di Inguscio e sarebbe stata la prima donna presidente nella storia del Cnr. Un fatto storico! E il nostro presidente del consiglio a queste cose tiene molto …

Confesso comunque che nei panni di Barone e Sette sarei “leggermente” seccato, visto che sono stati definiti entrambi addirittura eccellenti sotto ogni punto di vista.

C’è chi sostiene che per legge la classifica doveva essere presa alla lettera e che a Barone doveva essere attribuita la prestigiosa carica ma … la legge viene sempre interpretata … per ragioni politiche …

Eppure in tempi recenti si è parlato moltissimo di meritocrazia, di voglia di meritocrazia, di aspirazione alla meritocrazia …

Invio le mie congratulazioni e auguri a Inguscio. Non lo conosco ma penso che non ci dobbiamo scandalizzare perché ha avuto un giudizio meno lusinghiero di quelli di Sette e Barone. “Non è da questi particolari che si giudica” un presidente, un presidente “si giudica dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”…

Senz’altro Inguscio sarà degno dei presidenti che l’hanno preceduto, uomini che hanno contribuito alle Ricerche nel nostro Paese, che hanno lasciato un segno indelebile e che tutto il mondo ci ha tanto invidiato.

Temo che interessi a pochissimi, ciononostante voglio anche raccontarvi come mi sono classificato io.

Dopo i magnifici cinque, infatti, troviamo Luciano Pietronero con 85/100. Immediatamente dopo, ci sono Patrizio Bianchi, Giovanni Bignami, Maria Grazia Carrozza, Francesco Profumo e Claudio Nicolini. Ed io. Tutti con 80/100.

Insomma, sono stato messo allo stesso livello di due ex ministri della Ricerca, uno dei quali anche ex presidente Cnr. Poi di un grande astrofisico come Bignami e di un economista di altissimo livello come Patrizio Bianchi. Importante anche il biofisico Nicolini. Mi posso considerare soddisfatto … anzi, se poi penso … che l’INGV recentemente non mi ha voluto nel Consiglio Scientifico … è quasi un riscatto!

Inoltre, guardando in dettaglio la mia valutazione, scopro che mi sono stati dati 45 punti per le competenze gestionali: in questa classifica parziale sono quindi terzo. Ma ho avuto solo 35 punti per le competenze scientifiche. Purtroppo, non ho allegato nel mio CV la lista delle mie 267 pubblicazioni su riviste internazionali con Referees. Forse è stato un errore! Ho pensato che, non essendoci nel Comitato esperti di scienze della Terra, fosse inutile. Ho solo comunicato il mio h-index, 43, secondo l’ISI Web of Science, il più rigoroso; 43 è un valore  elevato nell’ambito geofisico (per esempio, i tre consiglieri scientifici scelti dal cda dell’Ingv – che ha escluso me – hanno 31, 22, 13) ma, probabilmente, basso rispetto ad altre discipline con un numero molto maggiore di ricercatori, quindi molte più pubblicazioni, pertanto moltissime citazioni che, come noto, sono la base della valutazione dell’h-index.

La Geofisica, in fondo, è figlia di un Dio minore …

Dico tutto questo, carissimi amici del Foglietto, per chiarire che sono arrivato alla conclusione che non è vostra la responsabilità dei miei insuccessi. Non solo vostra …  Checché ne dicano i frequentatori dei “corridoi sindacali”.

Concludo con una confessione: alcune settimane fa mi ero fatto raccomandare da persona degnissima e di livello indiscutibile presso la Ministra Guidi anche per la presidenza Enea. La Ministra, senza perder tempo con comitati di valutazione, ha scelto personalmente un bravo economista …  A lei non posso certo chiedere gli atti che l’hanno portata a una simile determinazione. Non mi sembrerebbe elegante, a questo punto …

Ma io non mi arrendo …

Prof. Enzo Boschi

(“Il Foglietto della Ricerca”)