Liberati e Carbonari chiedono chiarimenti sulla nomina di Alessia Dorillo, prima dei non eletti del PD alle regionali, alla presidenza della TSA (Trasimeno Servizi Ambientali)
PERUGIA – Il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sulla nomina di presidente della TSA (Trasimeno Servizi Ambientali) di Alessia Dorillo. Liberati e Carbonari chiedono di sapere “quali specifici titoli accademici e professionali abbia maturato Alessia Dorillo per ricoprire l’incarico di presidente della Tsa (Trasimeno servizi ambientali), oltre alle esperienze politico-comunicativo-elettorali e alla robusta militanza e all’appartenenza partitica”. Infatti, sottolineano i pentastellati, Alessia Dorillo è stata “candidata per il Partito Democratico alle elezioni regionali 2015, prima dei non eletti e attualmente componente della segreteria umbra dello stesso Pd. Alessia Dorillo – continuano – è totalmente priva di competenze nel settore della gestione dei rifiuti. Un settore delicatissimo non solo per complessità finanziaria e operativa, ma soprattutto alla luce delle vicende di cronaca, ampiamente sotto i riflettori della magistratura, della Direzione distrettuale antimafia, delle Commissioni antimafia ed ecoreati. Ma anche sotto i riflettori della Regione stessa, proprio in considerazione della scadente gestione del ciclo rifiuti in Umbria, con ulteriori gravi anomalie sin qui reiteratamente individuate dalla Prefettura di Perugia e ancora oggetto di estesi approfondimenti”.
“Purtroppo – evidenziano gli esponenti del M5S – la politica prosegue impropriamente nel mettere propri uomini in tutte le possibilità cavità para-istituzionali, ostinandosi a perpetrare la vecchia, malsana abitudine di utilizzare società partecipate, controllate, consorziate come paracadute per fedelissimi e trombati da sistemare a spese del contribuente, fino a 450 milioni di euro l’anno, come attestato dal report 2015 dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli. E dal curriculum, si evince che Alessia Dorillo, ‘dal 2005 ha condotto, come consulente, la campagna elettorale per le regionali 2005, amministrative 2007, amministrative e politiche 2008, amministrative ed europee 2009, regionali 2010, amministrative 2012, seguendo diversi candidati’”.
Nell’atto ispettivo Liberati e Carbonari scrivono che “la scarsa attenzione e l’opacità che in passato hanno contraddistinto la designazione delle nomine nelle società partecipate sono state fonte di discredito per la Pubblica Amministrazione nel suo complesso, generando nei cittadini una crescente sfiducia nella capacità della stessa di valorizzare reali capacità e meriti. Un’altrettanta crescente sfiducia riguarda l’imparzialità e la trasparenza delle istituzioni rappresentative, che a quelle designazioni e nomine dovrebbero procedere avendo come supremo e manifesto riferimento la piena idoneità professionale e morale dei nominati a ricoprire funzioni di rilievo per la vita economica e sociale della comunità. Attorno alla mancanza di trasparenza delle società partecipate – scrivono ancora i pentastellati – è ampio il dibattito, a partire dalle voragini di debiti generati dalla mala-gestio delle risorse, come emerso dai risultati dello studio condotto dall’ex commissario Cottarelli dell’agosto 2015 (dati: http://revisionedellaspesa.gov.it). Ancora prima, nel 2013, il Procuratore generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, aveva già sottolineato la necessità di sottoporre le partecipate pubbliche a un ‘disegno di ristrutturazione organico e complessivo, che preveda regole chiare e cogenti, forme organizzative omogenee, criteri razionali di partecipazione, imprescindibili ed effettivi controlli da parte degli enti conferenti e dia a questi ultimi la responsabilità dell’effettivo governo degli enti partecipati’”