L’allegra ed incapace gestione dell’attuale management, la follia di Mecenate e la truffa hanno messo in ginocchio l’ente ormai in attesa dell’intervento del MEF. Del bilancio di Mecenate non ci sono tracce
CIVITAVECCHIA – La Fondazione vola a grandi passi verso il commissariamento e la sempre più probabile fusione con altre Fondazioni. Questo è il brillante risultato ottenuto dai vari Cacciaglia, Ferri, Chiacchierini, Iovino, D’Amico e via via tutti coloro che hanno gestito in modo a dir poco vergognoso un ente storico, quello che era sì il faro della città di Civitavecchia.
Proprio la città ha le sue fortissime responsabilità, esclusa qualche rarissima eccezione, per il colpevole silenzio e per non essersi ribellata a persone che hanno pensato ad arricchirsi personalmente, a trovare lavoro ai propri familiari, a mettere in piedi clientele e gestire in modo scellerato quello che loro stessi hanno definito: POTERE.
Alla fine dell’articolo troverete tutti i documenti ufficiali e prima di entrare nel merito di quanto questi signori siano riusciti a fare grazie alla loro inadeguatezza ed incompetenza, li informiamo che abbiamo provveduto noi stessi, vista la situazione, a denunciare il tutto alla Guardia di Finanza, dalla truffa alle alchimie contabili che sono servite a coprire i costi galattici di una società strumentale, la Mecenate e una scuola per l’infanzia, utile solo a dare costosi posti di lavoro e la carica di direttore didattico al solito ed ingordo avvocato Vincenzo Cacciaglia.
La Fondazione ha finalmente comunicato all’ACRI e quindi al MEF i documenti di bilancio.
Da quell’imbarazzante documento si evince che, relativamente al riscatto della polizza NUCLEUS, risulta che la richiesta sia parziale.
E’ stato, evidentemente richiesto, il riscatto di € 10 milioni in quanto per il primo investimento è già trascorso un anno (per le unit linked è normale la decorrenza di 1 anno prima di poter chiedere un riscatto).
Come abbiamo scritto la scorsa volta, è riportata, “nero” su bianco, la proposta di rimborso di 4 milioni di obbligazioni Blakgold (già fallita), ed è quindi possibile che sui conti ING ci sia una disponibilità di 6 milioni che non era stata ancora utilizzata per le Blakgold.
Non è chiaro quindi se la Fondazione stia valutando di accettare un rimborso per 6 milioni in contanti e per 4 milioni in obbligazioni della fallita Blakgold.
Sui 6 milioni “recuperati” quindi, solo gli “alchimisti” della Fondazione hanno le idee chiare su come stiano realmente le cose.
Sul Bilancio 2015 ci sono taluni aspetti che meriterebbero una riflessione.
Nel 2014, l’utile di 2,9 milioni di euro, era determinato dall’utilizzo straordinario di 4,5 milioni della plusvalenza registrata con la vendita del pacchetto azionario.
Il che equivale a dire che la gestione ordinaria era in perdita di 1,6 milioni.
L’utilizzo della plusvalenza aveva consentito di mantenere fondi di spesa elevati per il 2015, superiori a 3 milioni.
Questi fondi ora sono stati totalmente utilizzati e non è stato fatto un nuovo accantonamento.
Pertanto nel 2016 i contributi erogabili saranno molto modesti, i fondi di dotazione hanno residui complessivi per circa 280 mila euro oltre a circa 1,3 milioni di erogazioni già deliberate (nel 2014 la somma complessiva era circa 4,5 milioni di euro).
Queste erogazioni, bisogna immaginare, che saranno quasi interamente assorbite da Mecenate che ha avuto nel 2015, la bellezza di 730 mila euro di contributi (esclusi i progetti), considerato che 212 mila euro servono di fatto a pagare le rate del prestito infruttifero della Fondazione, circa 520 mila sono probabilmente una sorta di deficit strutturale.
Altro aspetto interessante, le attività finanziarie oramai sono appena 27 milioni di euro.
Anche ipotizzando una ripresa dei tassi, un aiuto dalla Germania, la Cina e la Grecia, molto difficilmente la Fondazione sarebbe in grado di avere rendimenti annui che sommati a quelli immobiliari siano superiori ai costi di struttura (800 mila euro solo per personale dipendente e onorari. Inutile ricordare che tanti di questi soldi entrano nelle loro case grazie alle loro prebende e stipendi pagati a figli, amici ecc. ecc.).
Secondo il protocollo MEF – ACRI, questo dovrebbe obbligatoriamente portare ad una fusione con altre Fondazioni o perlomeno ad una gestione condivisa.
Sul Bilancio 2015, per quel riguarda la parte attinente la frode LP Suisse, ecco cosa abbiamo fatto rilevare nella denuncia presentata alla Guardia di Finanza.
Come riportato nel loro scritto, nel 2014, nell’ambito degli incontri con gli “operatori del settore”, la Fondazione ha incontrato LP Suisse (e non Nucleus AG).
Inoltre viene riportato l’avvenuto investimento di 10 milioni in polizza Nucleus con advisor LP Suisse, investimento che cresce fino a 25 milioni con versamenti aggiuntivi.
Successivamente viene ancora riportato come il gestore (LP Suisse) sia stato nominato da Nucleus su indicazione della Fondazione.
Appare dunque inequivocabile come sia stata la Fondazione a scegliere la LP Suisse (non Nucleus).
Anche se nel “racconto” la chiarezza (volutamente) latita, quale sia il “prodotto” acquistato dal management emerge all’occhio esperto: i 25 milioni sono stati investiti in una polizza united linked basata su sottostanti obbligazioni Blackgold.
Le polizze united linked sono assicurazioni il cui rendimento è basato sul rendimento di un titolo sottostante.
In caso di investimenti molto liquidi e sicuri, l’emittente inserisce spesso una percentuale di protezione del capitale investito, in genere dall’80 al 100%.
Questo non è il caso dell’investimento della Fondazione, dal momento che se questa protezione dell’emittente (Nucleus) fosse esistita, la nota integrativa del bilancio l’avrebbe sicuramente riportato.
Pertanto esiste solo una (probabilmente) minima protezione per il caso morte, che è necessario inserire per dare al prodotto la forma di polizza vita.
Dimostriamo ora, con 5 minuti di ricerche su internet, come la Fondazione si sia fatta vendere la Fontana di Trevi da Toto Larini e Nino Taranto Costantini.
Chi è Blackgold, l’emittente delle obbligazioni, ce lo dice una delle belle brochure di LP Suisse, questa qui:
http://lpsuissegroup.ch/pdf/LPGroup_CorporatePresentation_EN.pdf
Si tratta di Blackgold Societe Privee d’investissements S.a. che, come riportato dalla brochure, avrebbe effettuato una emissione obbligazionaria di 100.000.000 al tasso fisso del 6,25%, scadenza 31/10/2020 (da cui la polizza al 6%).
Secondo la brochure tale obbligazione Blackgold si baserebbe su un sottostante (underlying asset) di tipo immobiliare, rappresentato da uno sviluppo residenziale in Kenia e da palazzi storici in Svizzera e Francia tra cui uno dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Manca appunto solo la Fontana di Trevi.
Cerchiamo la Blackgold s.a. su Google.
I risultati sono scarni, nessuna notizia di questa “grande” società.
C’è il link del Barreau de Luxembourg che conferma l’avvenuto fallimento in data 18/1/2016, e c’è quello che dovrebbe essere il sito ufficiale, www.blackgold.lu.
Il sito prevede un accesso riservato ed è in italiano.
Strano per una società lussemburghese, sembra quasi sia stato realizzato su misura per un cliente (pollo) italiano.
Vediamo allora chi ha registrato questo sito internet.
Manco a dirlo, è una vecchia conoscenza, la signora S. P. per conto di Hooray Group S.A (specializzata nell’organizzare feste da ballo e cerimonie). (http://whois.domaintools.com/blackgold.lu)
Per chi non lo ricorda, S. P. era il socio unico di LP Group Enterprise LTD, la società di Londra con capitale di 5 milioni di sterline mai versate che è a sua volta proprietaria di LP Suisse Advisory di Stefano Costantini.
Ed Hooray Group S.A. è una società di Lugano già fallita a febbraio 2015, che dall’indirizzo è ancora facile riferire a S. P. (e quindi a Larini).
In parole povere, la polizza al 6%, selezionata dai geni della Fondazione tra 17 diverse offerte d’investimento, era basata su obbligazioni di una società farlocca, che fa capo allo stesso soggetto a cui è riconducibile la società di advisory , come si poteva scoprire con 2 interrogazioni internet e una visura camerale.
Si potrebbe quasi ridere di questo remake di Tototruffa.
Non fa ridere però pensare a quante meritevoli iniziative non saranno finanziate nei prossimi anni per colpa di questi soggetti, non fa ridere vederli ben attaccati loro cariche, non fa ridere vedere approvato all’unanimità un bilancio che oltre a quasi 21 milioni di euro di perdita, sancisce una serie di bugie raccontate all’opinione pubblica.
Eccone l’elenco:
a) Il rapporto è stato fin dall’inizio con LP Suisse, e non con Nucleus.
b) Non era vero che LP Suisse fosse un gestore scelto da Nucleus. È stata la Fondazione ad indicare LP Suisse come gestore.
c) Non esisteva alcuna protezione sul capitale. Cacciaglia e D’Amico avevano citato la protezione del capitale come elemento determinante per la scelta del partner.
d) Non è vero che si nutre fiducia sul recupero integrale della somma (o, se esiste, tale fiducia è del tutto immotivata).
e) Non è vero che 6 milioni sono stati recuperati. Il bilancio 2015 riporta nell’attivo 25 milioni di polizza Nucleus e nel passivo una svalutazione di 19 milioni della stessa. La differenza di 6 milioni non sono soldi recuperati (in tal caso sarebbero classificati nelle disponibilità liquide). Se questi 6 milioni vengono restituiti in obbligazioni Blackgold, come sembrerebbe dalla nota integrativa, allora la percentuale di recupero dipenderà dalla procedura fallimentare.
f) Non è vero che il reato si è consumato (solo) in Svizzera. Ci sono prove enormi che legano Stefano Costantini alla frode, ed è inammissibile che tale soggetto non sia stato denunciato in Italia.
Intanto il bilancio di Mecenate, guarda caso, ancora non è stato pubblicato. Giustificare quello che è stato fatto non è facile neanche per abili mistificatori di verità come i “signori” della Fondazione.
Bilancio 2015 con relazione CDA e nota integrativa
Prospetti di Bilancio Esercizio 2015