I giudici contabili hanno stabilito che l’ex sindaco dovrà pagare 200mila euro. La Procura gli contesta di non aver esercitato l’attività di ‘‘controllo analogo’’
BRACCIANO – Giuliano Sala dovrà risarcire per 200mila euro il Comune di Bracciano. È questa la condanna che arriva nei confronti dell’ex sindaco della città lacustre dalla Corte dei Conti. L’inadempimento contestato dalla Procura all’ex sindaco Sala è quello di non aver istituito lo specifico organo deputato allo svolgimento del cosiddetto ‘‘controllo analogo’’.
Il giudizio infatti, come si legge nella sentenza della Corte dei conti, «trae origine dall’istruttoria compiuta dalla Procura contabile sull’enorme danno arrecato al patrimonio della società partecipata Bracciano Ambiente s.p.a. e, per essa, allo stesso ente locale unico socio azionista Comune di Bracciano da parte di amministratori e dirigenti dello stesso ente e di altri enti locali limitrofi per un danno di svariati milioni di euro che ha determinato la decozione della società partecipata e lo stato di pre-dissesto del Comune di Bracciano di recente commissariato».
Nella sentenza di condanna, la Procura contabile ha evidenziato il fatto che la società Bracciano Ambiente spa essendo una società in house di diritto privato, interamente partecipata dal Comune di Bracciano, è stata considerata a tutti gli effetti come articolazione interna dello stesso ente locale il quale, in relazione alle attività gestorie svolte dalla medesima, sia per conto dello stesso ente sia per conto di altri enti locali, come pure avuto riguardo alla tutela del patrimonio di risorse pubbliche alla stessa intestato, avrebbe dovuto svolgere quella puntuale attività di controllo, conosciuta con l’espressione di “controllo analogo”, attività quest’ultima che comporta un controllo non meramente formale sulla società, limitato cioè alla nomina degli amministratori, ma sostanziale e strutturale e, quindi, indirizzato a definire congiuntamente gli obiettivi gestionali da perseguire, le scelte gestionali strategiche da adottare, la quantità e la qualità dei servizi da erogare, il tutto in regime di continuo monitoraggio da parte dell’ente locale sui risultati raggiunti e sugli equilibri di bilancio da rispettare al fine di non travolgere i vincoli derivanti dal Patto di stabilità interno.
Oggetto il dissipamento della partecipazione sociale del Comune di Bracciano nella società partecipata in house Bracciano Ambiente è dovuta, secondo parte attrice, alla condotta omissiva gravemente colpevole del Sindaco che, nella sua qualità di capo dei servizi comunali e rappresentante dell’ente locale nel consiglio di amministrazione della stessa società, aveva l’obbligo di vigilare sulla gestione delle attività in generale ed, in particolare, sull’amministrazione dei beni comunali conferiti con specifico vincolo di destinazione al raggiungimento dei fini istituzionali dell’ente locale.
Tali beni, stimati nella somma di 2.600.000,00, conferiti alla società partecipata in data 29 dicembre 2010 e iscritti nel bilancio 2011, hanno configurato un’operazione di ricapitalizzazione del patrimonio sociale che, grazie all’apporto suindicato, ha consentito di iscrivere in bilancio una posta attiva pari a euro 3.217.113,00. L’operazione suindicata, però, si sarebbe rivelata una scelta arbitraria e disastrosa in quanto, al 31 dicembre 2012 il patrimonio netto era passato da euro 3.217.113,00 ad euro 1.945.704,00, con una perdita secca di euro1.271.409,00, che la Procura ha ritenuto voce dannosa attribuita, inizialmente, al dirigente pro-tempore dell’area economico-finanziaria dell’ente locale Silla Marinella e ai membri del collegio di revisione del Comune di Bracciano Maurizio Ferri, Giorgio Giulianelli e Paola Parroni, destinatari di un primo invito a dedurre.
A seguito delle deduzioni opposte, la Procura ha ritenuto valide le giustificazioni opposte dagli invitati, giungendo alla archiviazione delle relative posizioni. Del danno prodotto, la Procura ha, allora, ritenuto responsabile il sindaco pro-tempore Giuliano Sala.