A darne notizia l’avvocato Fabrizio Ballarini. Ora si attendono reazioni del livoriano attraverso il suo ufficio stampa e la pagina ufficiale di Facebook
VITERBO – Slitta il via libera esecutivo al permesso di 36 ore per Rudy Guede. È quanto riferito dal legale dell’uomo, Fabrizio Ballarini, che questa mattina ha fatto visita in carcere al suo assistito. «La fase esecutiva – ha detto il legale all’esterno della casa circondariale Mammagialla di Viterbo – ha avuto un rallentamento per una questione burocratica logistica». Nella struttura che dovrebbe ospitare Guede durante il permesso mancano infatti le cucine e questo, a detta dell’avvocato, avrebbe bloccato per il momento il via libera. «Attendiamo serenamente – ha concluso il legale – la decisione del Tribunale di sorveglianza che disciplina questo aspetto».
Nessuna previsione da parte dell’avvocato sui tempi tecnici. Quanto a Guede «ha accolto la notizia con serenità».
Nove anni in cella
Dopo quasi nove anni passati in cella, Rudy Guede, l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher,sarebbe potuto uscire dal carcere di Viterbo grazie a un permesso premio. Per 36 ore, tutte da passare in una cooperativa per il reinserimento degli ex detenuti prima di tornare nella struttura detentiva che lo ospita. A deciderlo era stato il tribunale di sorveglianza di Roma che aveva così accolto un ricorso presentato dall’ivoriano. Il collegio ha ribaltato la decisione del magistrato di sorveglianza di Viterbo che invece aveva respinto l’istanza ritenendo che Guede non avesse operato una «revisione critica» su quanto successo.
Guede ieri su Facebook: «Trentasei ore, ognuna preziosissima»
«Potrò di nuovo sentire il sole sulla pelle e guardare fuori dalla finestra senza sbarre davanti agli occhi. Trentasei ore, ognuna di esse preziosissime. Ringrazio tutte le persone che mi hanno dato fiducia» ha scritto in un post sulla pagina Facebook «ufficiale» che porta il suo nome e gestita dall’ufficio stampa del giovane.
Cosa a dir poco straordinaria per un assassino poter avere un ufficio stampa fuori dalle mura del carcere e comunicare con l’esterno in modo del tutto anomalo e forse caso unico in Italia.
Sollecito: «Non si è mai pentito di quello che ha fatto»
«Rammaricato perché Guede non si è mai pentito di quello che ha fatto», Così ha commentatoRaffaele Sollecito, definitivamente assolto, con Amanda Knox, dall’accusa di avere partecipato all’omicidio Kercher, compiuto a Perugia la sera del 1 novembre 2007. «Certo è molto amaro pensare che il responsabile dell’omicidio di una giovanissima ragazza possa essere già ritenuto idoneo a uscire dal carcere» il commento dell’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher.
L’arresto, la storia processuale e la versione di Guede
Il giovane ivoriano venne arrestato pochi giorni dopo l’omicidio di via della Pergola, il 20 novembre, mentre era su un treno che viaggiava tra le stazioni di Magonza e Wiesbaden (in Germania dove era fuggito). La polizia era risalita a lui dopo avere scoperto l’impronta della sua mano destra insanguinata su un cuscino sotto al corpo della studentessa inglese. Di Guede anche alcune tracce di Dna isolate in casa e sui reperti biologici individuati sulla scena del delitto. Una presenza certa, la sua, e sempre ammessa dallo stesso ivoriano. Che però ha negato con decisione di avere ucciso Meredith Kercher con la quale si era scambiato alcune «effusioni». In base alla sua versione era infatti in bagno mentre la studentessa inglese veniva accoltellata alla gola. Ha sostenuto anche di avere cercato di soccorrere la Kercher trovata in camera agonizzante prima di fuggire sotto choc. E in udienza ha espresso il rammarico di non avere fatto tutto il possibile per aiutarla. Guede è stato l’unico degli imputati ad avere scelto il processo con il rito abbreviato. Condannato a 30 anni di reclusione in primo grado, la pena è stata ridotta a 16 in appello venendo poi definitivamente confermata in Cassazione. In cella studia e in un’intervista alla trasmissione tv Storie maledette ha detto di pensare alla revisione del processo.