VITERBO E I DINTORNI

Ferento

Ferento era una città romana di origini etrusche che venne distrutta nel 1172 dall’esercito viterbese. Rimangono ancora visibili diverse bellezze architettoniche dell’antico abitato come l’anfiteatro romano. I resti della città etrusco-romana iniziarono ad essere studiati e portati alla luce dal 1970, anno in cui l’istituto Svedese di Roma iniziò gli scavi che tutt’oggi continuano. Alle prime spedizioni archeologiche prese parte anche il re Gustavo Adolfo VI di Svezia.

 

Castel D’Asso

A Castel D’Asso è possibile visitare la necropoli (necros → morti – polis →  città) Etrusca. Il popolo Etrusco attribuiva molta importanza al culto dei defunti e per questo gran parte dei reperti di questa civiltà sono stati recuperati nelle necropoli. E’ il caso di Viterbo, nella cui necropoli a facciata sono ancora visibili decorazioni e sono stati raccolti molti vasi e materiali funerari osservabili nei vari musei cittadini. Inoltre, lungo il percorso che porta a superare il torrente Freddano, si trovano i ruderi di un castello edificato probabilmente nel XII secolo.

 

Villa Lante

Villa Lante è una delle ville rinascimentale più belle d’Italia. La prima costruzione, che poi con il susseguirsi dei secoli e delle aggiunte di edifici e fontane hanno reso Villa Lante quella che osserviamo oggi, avvenne nel XV secolo. Il vescovo viterbese Raffaele Galeotto Riario volle costruire, nei pressi del borgo di Bagnaia dove sorgevano dei boschi ricchi di animali da cacciare, un casino adibito alla caccia. Successivamente il terreno, che era divenuto di proprietà del vescovato, venne abbellito con la costruzione delle palazzine gemelle, fontane e giardini ornamentali in pieno stile rinascimentale. Nel 1973 divenne proprietà dello stato italiano e la sua gestione venne affidata al ministero dei beni culturali.

 

Norchia

Norchia si trova al confine dei comuni di Viterbo, Vetralla e Monteromano. Qui è presente una delle necropoli etrusche miglior conservate d’Italia, simili a quelle di Castel d’Asso e datate nello stesso secolo. La zona fu già abitata a partire dall’epoca preistorica: le prime tracce risalgono al Paleolitico superiore. Con l’arrivo degli Etruschi sorsero l’abitato e la vicina necropoli. In questa fase vengono anche create le caratteristiche necropoli rupestri, nelle quali la principale tipologia delle tombe è a dado o a semidado.

 

San Martino Al Cimino

San Martino al Cimino è una frazione del comune di Viterbo. Nel 1600 venne costruito il principato, in pieno stile urbanistico barocco, per volontà di Donna Olimpia Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X. Assolutamente da visitare è l’abbazia cistercense del XIII sec. L’edificio religioso presenta una facciata solenne ornata da un rosone e da una grande polifora gotica: ai lati si ergono due basse torri campanarie di aggiunta posteriore (1651-54) sormontate da cuspidi piramidali e ornate da un orologio e da una meridiana. L’abbazia è comunicante con il palazzo gentilizio Doria Pamphili. Questa struttura sorge sui resti di un antico palazzo facente parte della chiesa.

 

Basilica Santa Maria della Quercia

Il santuario di Santa Maria della Quercia è un gioiello architettonico rinascimentale. Agli inizi del XV secolo un proprietario del luogo, tale Juzzante, commissionò una tegola ornamentale con dipinta l’immagine della Madonna al pittore Monetto. Una volta terminata la collocò sui rami di una quercia per proteggere i raccolti dei campi. Ben presto questa immagine scatenò molto interesse nei viterbesi per via dei miracoli che aveva effettuato. L’apice di tale amore ed interesse si ebbe nel 1467 quando la popolazione attribuì al dipinto la cessazione di una terribile pestilenza. Per esprimere la propria gratitudine venne deciso di costruire un dignitoso riparo a questa opera.

Iniziò così tra il 1470 e il 1525 la costruzione della basilica. La struttura religiosa è costituita, oltre che dalla chiesa, anche da due bellissimi chiostri rinascimentali. Tutt’oggi per ricordare l’intervento miracoloso di Santa Maria della Quercia in difesa dei viterbesi si svolge il “Patto d’Amore” , costituito da una lunga processione, nella seconda domenica di Settembre.

 

Bullicame

Viterbo venne scelto come luogo d’insediamento da Etruschi e Romani anche e soprattutto per le sue sorgenti termali. Una di quelle più famose è il Bullicame. Utilizzata dai popoli antichi per le sue capacità curative, l’acqua del Bullicame ha rilassato molto probabilmente anche Dante che nella sua Divina Commedia lo riporta nel XIV canto dell’Inferno. Le vasche che sono visibili sono di costruzione romana e servivano per permettere la raccolta di acqua termale e la possibilità di fare lunghi e rilassanti bagni.

 

Il castello di Montecalvello

Il nucleo originale dell’austero castello medievale fu costruito, secondo alcuni studiosi, tra il 774 ed il 776 dal re longobardo Desiderio. Tuttavia si hanno notizie certe sull’incastellamento del sito soltanto a partire dalla prima metà del Duecento, quando era signore Alessandro Calvelli dal quale prende il nome la zona. Antichi possessori del castello sono stati i Monaldeschi del ramo del Cane, di origine viterbese.