Il Movimento 5 Stelle Umbria commenta la notizia, diffusa da “Il Sole 24 Ore”, sugli investimenti (e le perdite) di Coop Centro Italia nel Monte dei Paschi di Siena. I consiglieri regionale pentastellati, Liberati e Carbonari, chiedono le dimissioni del presidente Giorgio Raggi e un’ispezione ministeriale su Coop Centro Italia
PERUGIA – “Dopo l’articolo de ‘Il Sole 24 Ore’ del 14 agosto, a firma Fabio Pavesi, relativo all’intempestiva richiesta giudiziale di risarcimento danni contro MPS e Consob da parte di Coop Centro Italia, chiediamo che il Ministero dell’Economia avvii un’ispezione straordinaria su Coop Centro Italia, che i soci vengano puntualmente informati dello stato finanziario aziendale, che il presidente Giorgio Raggi si presenti dimissionario”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle,Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, aggiungendo che “su questi argomenti il M5S in Regione è stato censurato per mesi visto che abbiamo presentato atti ispettivi in Regione, regolarmente dichiarati ‘inammissibili’ e neppure protocollati, oppure giacenti ‘all’esame dell’Ufficio di presidenza’”.
Liberati e Carbonari ricordano “l’incipit dell’articolo particolarmente calzante: ‘ora che il disastro è di fatto compiuto, si chiedono i danni’. Eppure noi, nella consueta inerzia degli organi di controllo sulle Coop, lo dicemmo e ripetemmo già svariati mesi fa. Alla fine, il 26 luglio scorso, ci sono arrivati anche quelli di Coop Centro Italia, con una denuncia inoltrata direttamente al Tribunale di Firenze. L’impossibilità – spiegano i consiglieri pentastellati – di parlare per tempo e in Aula della situazione finanziaria di Coop Centro Italia, in particolare nel rapporto con le banche politicamente contigue, così come l’obbligo di tacere sui relativi rischi occupazionali, è frutto non soltanto del peso del gigante rosso in Umbria, ma naturalmente è causato anche dall’ingombranza politica di Catiuscia Marini, presidente di Regione e dirigente in aspettativa da Legacoop Umbria, organizzazione dei datori di lavoro delle coop. Si finge che tutto sia normale, ma aleggiano palpabili conflitti di interesse, con evidenti distorsioni a carico dell’intera economia regionale”.
“Peraltro – proseguono Liberati e Carbonari – proprio nell’organismo direttivo di Legacoop Umbria, formato da 60 persone, Coop Centro Italia riveste ruoli determinanti, con oltre 20 propri rappresentanti. Ebbene, poteva Catiuscia Marini, di fatto garante politica di questo sistema, favorire il dibattito democratico? Certamente si sarebbe conosciuta la vera storia di alcuni reiterati e fallimentari investimenti dell’eterna gestione di Giorgio Raggi. Purtroppo, in Regione Umbria, nessuna nostra richiesta di discussione sul tema Coop Centro Italia è stata fin qui accolta. Adesso leggiamo di come, a buoi scappati, Coop Centro Italia intenda chiudere la stalla. Peccato che, pure nel 2014, costoro abbiano investito decine di milioni in una banca certo politicamente vicina, ma già notoriamente decotta. Ci chiediamo a fronte di quali contropartite. Il Sole 24 Ore delinea alcune ipotesi, ma molto si ignora. In tale caos, i soci-risparmiatori rischiano di perdere quote consistenti del capitale investito”.
“A questo punto – continuano Liberati e Carbonari – crediamo necessario che il Ministero dell’Economia avvii un’ispezione straordinaria su Coop Centro Italia, accertando l’effettività dei requisiti mutualistici e le eventuali responsabilità degli amministratori Coop. E che Legacoop, quale organo istituzionalmente deputato alla vigilanza, sia tenuta debitamente fuori dai controlli, visto lo stridente conflitto di interessi. Inoltre chiediamo che i soci Coop Centro Italia vengano puntualmente informati dello stato finanziario aziendale, evitando di leggerne soltanto dai giornali. Infine crediamo necessario che il presidente e il vicepresidente del CdA Coop Centro Italia si presentino subito doverosamente dimissionari. In questa situazione è doveroso che Giorgio Raggi rinunci a possibili ricche buonuscite”.
“Il M5S – concludono – ribadisce la necessità di discutere in Aula gli atti di sindacato immotivatamente censurati mesi fa, auspicando massima trasparenza per il futuro di Coop Centro Italia e dei suoi lavoratori. Non vorremmo infatti che ora, nell’impossibilità di giocare con la finanza e nell’incapacità di guadagnare a sufficienza con la grande distribuzione, qualcuno tornasse all’antico, tramite opache quanto improbabili speculazioni immobiliari, da Collestrada in giù”. (Acs)