Apro il giornale e leggo che…
Mancinelli (PD) comincia a prendere le distanze da questa amministrazione comunale.
Strano, mancano ancora due anni alle elezioni.
Vabbè, si vede che vuole portarsi avanti con il lavoro.
E comunque ci dice che al sindaco manca una visione generale della città.
Ci dice anche che in questa amministrazione ci sono personaggi anomali nel contesto di un centro sinistra eletto per contrastare le precedenti amministrazioni e invece si ritrova pezzi delle stesse al suo interno.
Il riferimento al neo eletto, e poi sparito, assessore Tofani è palese, anzi lo cita per nome.
Però si è dimenticato di dire che al momento delle elezioni hanno stretto alleanze con altri personaggi non certo provenienti dal centro sinistra, vedi per esempio Rossi, e che hanno subito dovuto pagarne il pegno.
La distribuzione a membro di cane delle poltrone è ancora lì a dimostrarlo.
Ma Mancinelli fa parte dello zoccolo duro del PD, ha con se personaggi del calibro di Serra che fuoco e fiamme, insieme ad altri sei temerari, fece alla fine del 2015.
Addirittura si rischiò la caduta dell’amministrazione.
Poi i fuochi e le fiamme si trasformarono nella tremula luce di un fiammifero e ben presto si spensero.
“Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”.
Questo avrebbero dovuto suggerire i “bravi” a Michelini nel momento delle alleanze, ma i “nostri”…sono bravi sempre dopo.
Certo, con una sfera di cristallo si sarebbero potute scoprire tante cose in anticipo.
Ma serviva veramente?
Chissà, forse ci avrebbe evitato i vergognosi teatrini, le bizze in cambio di una poltrona più comoda, i girotondi su quella del presidente, anch’egli anomalo personaggio di “sinistra”, le numerose sedute di consiglio mandate a vuoto per ordini superiori, le arroganti prese di posizione nei confronti di cittadini con il torto di reclamare il rispetto dei loro diritti.
Avremmo evitato le dichiarazioni, a questo punto imbarazzanti per la loro inutilità, del solito assessoredicaschettogiallomunito, le figuracce della presentazione del sito comunale con la foto di…Orvieto, i cartelli turistici tradotti alla Stanlio e Ollio, la città ridotta in un letamaio, la cultura assegnata esclusivamente alla manifestazione del consigliere jolly, le mostre assegnate a…vabbè, lasciamo stare.
No, questo matrimonio non si doveva proprio fare.
Ma da domani cominciano le cene per la festività di Santa Rosa.
Le cene in piazza e quelle sotto la “macchina”, quella macchina che è l’unico vanto di cui si ammantano.
Ma almeno un dato positivo lo riscontreremo, si, perché alle cene finalmente ci saranno tutti i nostri amministratori.
Già, tranquilli, perché “quanno se tratta de magnà, il numero legale se trova sempre”.