Dove arrivano Renzi o la Boschi, si allertano gli ospedali

Purtroppo ad ogni loro uscita ci sono manifestazioni di dissenso, spesso anche pacifiche, che vengono spente nella violenza delle cariche della polizia.
Una scia di sangue che racconta di come questo governa assuma sempre più i contorni di una dittatura.

A volte la violenza risulta inaudita, visto verso chi viene rivolta.
Insegnanti, operai, donne, anziani. Non black bloc.
E a volte vedere alcuni agenti che manganellano con una foga inusitata, sospetta, fa rivoltare lo stomaco.

Probabilmente, anzi sicuramente, anche ai loro colleghi, e sono la maggioranza, che hanno una visione diversa dei compiti di un poliziotto.
Perché non voglio assolutamente fare di tutta l’erba un fascio.
Ma obbedire a degli ordini non giustifica l’accanimento visto in alcuni casi anche su persone ormai inermi a terra.

Un governante che si preoccupasse veramente del suo popolo, non permetterebbe simili massacri, eviterebbe di provocarli.
Il Renzocchio, che è una nuova versione del burattino di Collodi, individuava nella gente la sua scorta.
Invece si circonda di decine e decine di agenti, di decine di auto.
E comanda cariche della polizia, comanda massacri, comanda spargimenti di sangue.

Venerdì la Boschi viene a Viterbo per la sua propaganda al “si” al referendum.
Evitiamola, magari giriamole le spalle quando passa con il suo corteo di auto di scorta e con il codazzo di politicanti leccaculo.
Evitiamo clamori, evitiamo eccessi, evitiamo episodi che possano accendere la scintilla di un contrattacco furioso, non diamole la scusa per scatenare la solita violenza sanguinaria, per riempire gli ospedali di feriti.

Evitiamo a questi miserabili personaggi di toglierci anche la vita dopo averci tolto la libertà.