Viterbo, giornalisti armati di cetriolo cercano ortolano (possibilmente vergine). Scandalo a luci rosse travolge qualcuno ma… è meglio tacere

Hanno in mano intercettazioni che scottano, scandalose, che provocherebbero uno tsunami politico, ma non possono pubblicarle, chi per un motivo (con la crisi che c’è, li capiamo) chi per un altro (essere liberi è cosa per pochi)

VITERBO – «Monsieur, non condivido nessuna delle vostre idee. Ma sono pronto a morire perché possiate continuare ad esprimerle.» [cit. Voltaire ]

Questa citazione descrive pienamente quello che tutti noi dovremmo fare, difendere le nostre idee e quelle degli altri purché tutti possano dire la loro senza essere messi a tacere perché scomodi.

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. […]» [art.21 della Costituzione italiana] Allora perché abbiamo ancora casi di censura, se esiste una libera espressione del proprio pensiero?

Cos’è la libertà di stampa?

La libertà di stampa è una delle garanzie che un governo democratico, assieme agli organi di informazione (giornali, radio, televisioni, provider internet) dovrebbe garantire ai cittadini.

Si estende anche al diritto all’accesso ed alla raccolta d’informazioni, ed ai processi che servono per ottenere informazioni da distribuire al pubblico. Ma è anche la libertà di poter informare scrivendo senza essere attaccati sul piano personale e senza che un informazione si trasformi in opinione o venga ridotta ad una semplice presa di posizione, come fossimo in una guerra dov’è impossibile ragionare oltre una logica di schieramento.

 

Bene a Viterbo la censura viene applicata in modo sistematico. Colpire e abbattere chi non si allinea al sistema (con ogni mezzo, soprattutto giudiziario e mediatico compiacente), tacere notizie che potrebbero nuocere a chi porta soldi in pubblicità o che garantisce posti di lavoro a qualcuno dell’informazione viterbese (compagno o compagna).

Prendiamo il caso di Acquapendente. Bene. Noi non abbiamo scritto nulla sulla vicenda che ha portato agli arresti di alcuni imprenditori e funzionari pubblici. Tanto già sappiamo che anche in questo caso ci saranno politici e imprenditori di seria A e di serie B.

Ci sono, dentro quel fascicolo, intercettazioni che scottano. Pesanti. Alcuni imprenditori sono in affari con politici ben noti da anni al confine nord del Lazio. Affari che vengono da lontano e che tutti conoscono. Però, dentro quel fascicoletto ci sono altre intercettazioni, forse finite lì per sbaglio e che nessuno ha il coraggio di pubblicare ma che invece li fa chiacchierare tanto (e che risate si fanno sti giornalisti).

Meglio trovare un fesso, magari che si è fatto pure qualche giorno di prigione, sul quale è facile scrivere e tirare merda. Mica sono scemi no?

Bene, noi quelle intercettazioni SCANDALOSE, che meriterebbero di essere pubblicate e che dimostrerebbero come sempre accaduto, che su certi personaggi abbiamo sempre visto lungo, non le abbiamo volute né abbiamo alcuna intenzione di averle. Tanto non le pubblicheremo. Lasciamo ad altri colleghi (quelli che se la ridono ma che incassano), più bravi e liberi di noi, di farlo con uno SCOOP a livello nazionale.

Del resto gli ingredienti ci sono tutti, SESSO: come sono arrapati certi politici potete immaginarlo no?

SOLDI: quelli ci sono sempre tanti. Chi conosce certi personaggi fin dalla tenera età sa bene che morti di fame erano prima di entrare in politica e morti di fame rimangono nell’animo anche se hanno le tasche piene di euro.

SANGUE: quello dei comuni mortali, che per sbarcare il lunario lavorano come matti e sono costretti, per non morire di fame, ad evadere il fisco e racimolare qualche centinaio di euro in nero.

Chiunque volesse  dare una controllatina ai vari siti internet si accorgerebbe che quando la politica scivola nel gorgo della corruzione, dei ricatti, del sesso e della droga è impossibile uscirne indenni.

Si è condannati a sguazzare nel letame.

Ma allora la domanda sorge spontanea: come fa chi si è macchiato di questi peccatucci, che lo hanno reso intimo frequentatore di persone che sono tutte finite in galera, o che stanno per andarci, con connessioni più o meno forti con la malavita, ad avere tanto seguito politico e per tanti anni?

La risposta sarebbe semplice: chi lo segue o è ignorante nel senso che non sa a chi ha dato il suo voto e a chi ha affidato maldestramente il suo futuro, oppure vede in lui la sua immagine riflessa in sedicesimo come un suo ideale di vita.

Ci sarebbe anche una via di mezzo cioè quella degli adulatori, dei cortigiani dei dipendenti a libro paga, che pur sapendo di che pasta avariata è fatto l’uomo, fanno finta di nulla per puro tornaconto personale, pur di godere di fama, potere, soldi, successo, o di quelli che ben più in alto, fanno del cosiddetto realismo politico la loro ragione d’essere, timorosi comunque, che possa essere scoperto qualche loro scheletro, ben custodito negli armadi di qualcuno.

Bene, gli ingredienti ce l’avete tutti insieme cari colleghi. Buon Lavoro!!!